Massalubrense, Ambientalisti contro il Porto a Marina della Lobra
MASSALUBRENSE – Si riaccende la polemica delle Associazioni ambientaliste della Penisola Sorrentina contro il progetto di realizzazione del Porto a Marina della Lobra e tutta l’operazione finisce all’attenzione della Magistratura per un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il WWF, Italia Nostra e il Comitato Civico per la Difesa di Marina della Lobra hanno sottoscritto la denuncia evidenziando che “…il progetto di ristrutturazione dell’Area Portuale di Marina della Lobra a Massa Lubrense rappresenta un pessimo esempio di amministrazione della cosa pubblica”…
Evidenziano gli Ambientalisti: “Negli ultimi anni una serie di dissenati interventi della linea di costa, denunciati dal WWF della penisola sorrentina anche con ricorsi al Tar, hanno stravolto la geografia dei luoghi di un intero territorio: Piano di Sorrento ha cementato la spiaggia e prolungato la diga foranea nel sogno di realizzare un grande e abbagliante porto turistico internazionale di vip, anche il comune di S. Agnello ci ha messo del suo… e così tutti quelli a cui sono stati elargiti finanziamenti a pioggia dalla Regione Campania per opere definite di interesse pubblico… millantando i soliti propositi e belle parole: riqualificazione, ristrutturazione, messa in sicurezza, sviluppo, ecc…
Anche nel pittoresco borgo di Puolo vige la mannaia dell’ennesimo porto che distruggerebbe storia, archeologia, natura ed economia in un colpo solo ma, intanto, il Comune di Massa Lubrense sembra spingere ora l’acceleratore sul Progetto per il Porto della Lobra. Quello che appare evidente e sintomatico è la tenacia e forzatura con la quale Amministrazione e tecnici del Comune di Massa Lubrense stanno cercando a tutti i costi di imporre un progetto spacciato come di “riqualificazione” di uno storico borgo ma che, di fatto, concorrerà alla cementificazione e allo stravolgimento di un angolo di storia e di paesaggio e, con esso, anche delle sue peculiarità ambientali ed economiche. E’ bene ricordare che si parla di “ristrutturazione” dell’area portuale ma, concretamente, il progetto prevede, tra l’altro, una casa del mare, un lungo camminamento in cemento, la cementificazione delle spiagge superstiti, una piscina a mare e… l’ennesimo megaparcheggio interrato!!! Ma la cosa che più deve farci riflettere, e che potrebbe per alcuni aspetti apparire criminosa, è la volontà ferrea da parte dell’Amministrazione in carica di “sponsorizzare” tale grave modifica di un prezioso tassello del paesaggio e della storia di Massa Lubrense proprio in un’area definita a rischio dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino del Sarno che, per tale ragione, ha ritenuto inammissibile le opere proposte!!! Ovvero si antepongono interessi economici, di non meglio precisati soggetti, alla tutela della pubblica e privata incolumità, tanto tirata in ballo, spesso a sproposito, in altri casi! Deve far riflettere anche la circostanza che tale progetto, catalogato dal Comune di Massa Lubrense quale Intervento di Interesse Pubblico ex art. 37bis L. 109/1994 (ora art. 153 del D.lgs n. 163/2006) trova proprio nel “pubblico” i suoi oppositori – evidenziano gli Ambientalisti – Infatti oltre ad enti sovraordinati quali Soprintendenza Archeologica, Regione Campania e Autorità di Bacino, anche gli stessi cittadini rappresentati dalla Proloco, dal Comitato in Difesa di Marina della Lobra e dalle associazioni WWF e ITALIANOSTRA, ritengono il progetto proposto incompatibile con le necessità di tutela e di sviluppo e con i vincoli posti sull’area”.
Per tali motivi il WWF Penisola Sorrentina assieme ad ItaliaNostra ed al Comitato Civico in difesa della Marina Lobra ha inviato dettagliato esposto alla Procura della Repubblica, sottolineando “…come, con la determinazione n° 91/2011 del 29/12/2011 a firma degli Architetti Michele Maresca e Luigi Mollo (Responsabile del Procedimento e Responsabile del Servizio), si è proceduto all’approvazione del progetto definitivo presentato dalla società MARINALOBRA srl nonostante il mancato espletamento dei saggi archeologici preventivi richiesti dalla Soprintendenza per i beni Archeologici di Napoli e Pompei, la non conformità dell’intervento al PUT, la non compatibilità con il Piano di Stralcio per l’Erosione Costiera (P.S.A.I.) e l’assenza di VIA”. Sulla vicenda denunciata la società Marinalobra srl dispone di un’ampia documentazione che attesta la regolarità e la compatibilità ambientale dell’intervento concertato con la medesima Sovrintendenza ai BB.AA., oltre a ritenere “strumentali” alcune opposizioni al progetto da parte di privati per le quali sono state intraprese azioni di autotutela da parte della Società.