A proposito del conflitto tra banche e imprese…
di Gaetano Mastellone
Il dibattito sul “conflitto” fra banche e imprese è sempre attuale, lo è da anni. Cercherò brevemente di esprimere il mio modo di vedere anche dal mio osservatorio di Vice Presidente dell’OBI, Osservatorio Banche & Imprese di Economia e Finanza. In particolare focalizzerò la mia breve analisi sul versante delle Banche perché sono esse che per prime devono cercare di migliorare il rapporto. Il Cliente dovrà solamente tendere ad essere maggiormente trasparente e dotarsi di progetti fattibili, quindi finanziabili. Dico ciò perché dobbiamo tendere a generare nel settore bancario meno sofferenze. Il sistema bancario, con il passare degli anni, ha subito pesanti colpi per effetto della “virtualizzazione” della società e della “globalizzazione” dei mercati. L’approccio jurassico (quello vecchio) al rapporto con il Cliente sta generando, lentamente, un affanno ai conti economici delle Banche italiane…
Nell’ultimo decennio in molti hanno cavalcato l’onda, dettata dalla “moda”, della Banca moderna che poi di moderno ha ben poco! Molti hanno affermato, ed affermano, che la Banca tradizionale è oramai defunta. Le correnti di pensiero sono tante e la strada maestra da seguire, nel nuovo scenario evolutivo in corso del sistema bancario italiano, sarà assai ardua. A mio parere un cambiamento positivo ci sarà perché, nella logica del cambiamento degli scenari in atto, ci dovrà essere un avvicinamento, ed un miglioramento, nel rapporto fra Banche e Imprese. Banche e Imprese hanno un futuro che li accomuna, devono crescere insieme. Oggi non hanno un rapporto ottimale, ma migliorerà perché sarà il mercato, e le reciproche convenienze, a farlo decollare. A mio parere non ci sarà neanche lo smobilizzo del canale di vendita tradizionale, quello dello sportello bancario, ci sarà solo una sua trasformazione. Da uomo con una quarantennale esperienza nel settore bancario e finanziario voglio lanciare, in questa situazione così difficile, un messaggio positivo sugli scenari futuri. Banche e Imprese andranno a collaborare di più perché questa sarà l’unica strada per riemergere dal pantano in cui siamo sprofondati. Gli anni neri, quelli iniziati nel 2007, sono alle porte e sin dalla fine del 2013 ci sarà uno scenario più positivo a patto che avremo una situazione politica ben chiara e tendente all’Europa. Sarà comunque un mercato ancora in sofferenza quello del 2013. Però si iniziano a vedere lievi segnali e scenari futuri di ripresa. Il settore bancario dovrà riorganizzarsi tenendo, per il futuro, ben fissi due punti nodali: il focus (quello vero) sul Cliente e la specializzazione delle risorse umane. In pratica ci troveremo, nei prossimi cinque anni, di fronte ad una nuova rivoluzione bancaria che sarà ricca di cambiamenti organizzativi che coinvolgeranno diverse migliaia di risorse umane. Le Banche dovranno necessariamente avvicinarsi di nuovo al territorio e curare meglio la propria Clientela, oggi un po’ abbandonata. Le Banche che ragioneranno sempre con una “mentalità ancorata al passato” avranno una notevole perdita di business con un grosso rischio di scomparire. Le Banche si troveranno, molto presto, di fronte ad una scelta, vivere o scomparire! In ogni caso le Banche dovranno concretamente ascoltare le esigenze dettate dal “mercato” che, ovviamente, è fatto dai loro Clienti. Particolare attenzione dovranno avere anche sul come gestire il servizio bancario verso i nuovi Clienti, ossia i Giovani. Ciò semplicemente perché i Giovani sono oramai abituati all’utilizzo di strumenti moderni, tipo internet e strumenti interattivi come le community online ed i social network. Le nuove logiche di business bancario dovranno essere veramente, e seriamente, modernizzate. Occorre ripensare profondamente al modo di fare la Banca affinchè essa sia competitiva ed innovativa. Le Banche dovranno necessariamente essere attente ad iniziare, molto presto, un “programma di cambiamento” per affrontare alcune tematiche fondamentali dettate dal mercato che, mi ripeto, è in una fase di cambiamento silenzioso ma galoppante. Dovranno rivedere gli obiettivi, le scelte strategiche, i modelli organizzativi, i criteri della gestione e quelli operativi. La “Banca del futuro” potrà così trasformare, con successo, le minacce in opportunità di crescita. Il Cliente del futuro desidererà andare sempre di meno in banca per le operazioni “elementari” e vorrà beneficiare di vantaggi in termini d’autonomia, tempi e costi. Le banche dovranno “subire” una rilevante riduzione del personale allo sportello e gestire, poi, altri tipi di problemi: le eccedenze e la ricollocazione delle risorse umane. Le banche dovranno, già da subito, essere in grado di formare e trasformare, il personale addetto allo sportello in “risorsa consulenziale” giacché il Cliente entrerà in banca solo quando avrà un’esigenza di “specializzazione” e vorrà trovarsi di fronte un addetto che, subito, gli risolve e gli pianifica le sue esigenze. Un grosso impegno ed un grosso cambiamento in mentalità aspetta le Banche al varco. Le risorse umane, i cosiddetti bancari, dovranno tendere ad avere un elevato livello del proprio profilo professionale. Una bella sfida. Come sempre avviene nella vita la vincerà chi “vede e crede” nel futuro.