Sindaci e responsabilità…Una sentenza che dà lezione
Su Agorà in edicola da questa mattina troviamo un servizio dedicato alla condanna di due ex sindaci di Piano di Sorrento – Gaetano Botta e Vincenzo Nastro – e di un dipendente comunale – Giorgio Minetti – da parte della Corte dei Conti: dovranno risarcire 230 mila euro, oltre interessi legali, al Comune di Piano di Sorrento per danno erariale indiretto per la vicenda delle villette di Via Mortora che risale addirittura al 1983 e riguarda una transazione conclusasi nel 2005. Secondo la Corte dei Conti i danni derivano da una serie di errori commessi nel corso degli anni dai due sindaci e dall’ex dirigente dell’Utc.
Soffermiamoci su una “precisazione” che la Corte ha fatto in merito alle responsabilità connesse alla carica di sindaco: “…è rimasto il ruolo di vertice dell’apparato amministrativo comunale con l’obbligo di vigilare e di sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici ed all’esecuzione degli atti…”…
Prescindiamo dal caso specifico per soffermarci sulle responsabilità in capo a un sindaco che assolutamente non può, nell’esercizio delle proprie funzioni e prerogative, tralasciare quegli obblighi da cui derivano precise e onerose responsabilità. Trova conferma in questa sentenza il ragionamento per il quale un sindaco non può essere ostaggio di assessori nè di funzionari nell’espletamento del proprio mandato. A meno che non si rassegni al rischio di… pagare per tutti. Spesso, infatti, il mancato esercizio di queste prerogative da parte di un sindaco sono frutto di compromessi con la politica, se non addirittura di condizionamenti verso l’adozione di determinati provvedimenti. Questa sentenza fa lezione: riporta il ragionamento sui limiti della politica rispetto alle responsabilità del ruolo istituzionale per cui è impensabile che un sindaco possa accettare di subire conseguenze in prima persona per il mancato, parziale o erroneo comportamento amministrativo! Il caso degli ex sindaci di Piano, Botta e Nastro, che a distanza di vent’anni devono subire una pesante condanna sul piano del risarcimento da pagarsi al Comune di cui sono stati primi cittadini, deve indurre gli attuali sindaci a riflettere attentamente sul proprio ruolo e ad esercitare lo stesso con la consapevolezza delle responsabilità insite nella carica e che, se erroneamente valutate, possono tradursi in danno per la pubblica amministrazione con la conseguenza di doversi in futuro far carico di rimborsare all’Ente cospicue somme di denaro, anche a distanza di molti anni dall’espletamento del mandato elettivo!