Il nuovo centro tra opportunismo e pericolose contaminazioni
Siamo maestri, gli italiani, quanto a “trasformismo“, che significa “opportunismo“, cioè convenienza e cura esclusiva del proprio interesse, a prescindere da quello altrui…Figurarsi poi se c’è premura e attenzione verso quello generale, cioè della comunità in cui viviamo e del Paese nel suo insieme. Se ci aggiungiamo l’azione svolta ai massimi livelli istituzionali (ma anche imprenditoriali) per “sdoganare moralmente” il furto (che resta pur sempre il 7° dei dieci comandamenti) e per trasformarlo in corrente prassi quotidiana su cui misurare le eccellenze meritevoli di assurgere a ruoli pubblici, allora ci accorgiamo di quanto peggiore sia l’homo italicus rispetto ad altre nazioni dove il “senso morale e civico” connesso all’esercizio di un pubblico ufficio è condizione discriminante per chi ne è privo o soltanto deficiente!…
E veniamo al ragionamento sul nuovo centro che, passando da Casini per Montezemolo per arrivare a Fini e affini con ampie fette di un PdL alla spasmodica ricerca di un’altra casa in cui continuare a esercitare, sta brigando per aggiudicarsi la candidatura di Mario Monti quale leader di questo rassemblement dell’opportunismo che rischia di trasformarsi in un’Arca di Noè su cui salgono, per primi, proprio coloro che dovrebbero esserne estromessi per quello che sono e per quello che rappresentano! Gente spesso nota anche alle cronache criminali, antiche e recenti, i cui curricula familiari e personali non sembrano contare, purchè si tratti di individui che esibiscano “consistenza imprenditoriale e forza economica“. I più esposti, ma anche i più indifferenti a questi temi, sembrano essere quelli di Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo che nell’ambiguità politica che l’ha contraddistinta sta invece proponendosi sui territori nelle vesti del “tram del riciclaggio e della promiscuità politico-imprenditoriale” su cui salgono personaggi di tutti i tipi e da storie tutt’altro che esemplari! Creare contenitori politico-elettorali senza alcuno controllo preventivo da parte dei leader significa soltanto assecondare il malvezzo italico al “trasformismo e al latrocinio” col quale si contamina ogni realtà, qualsiasi istituzioni, qualsiasi contesto socio-economico. Per questo c’è sempre più bisogno di quelle “voci fuori dal coro” che sono sempre tanto scomode, ma che assolvono a una funzione vitale per una società che non si rassegna alla morte della civiltà politica.