Appello alle forze sane: reagire ed esprimere sempre il proprio pensiero
Pubblichiamo questo intervento apparso sulla bacheca facebook di Gaetano Mastellone che riteniamo meritevole di attenzione, riflessione e condivisione visti i tempi che ci attendono e le insidie che si prospettano.
“Mi son reso conto di un’amara verità. In questo mondo diventa difficile scrivere e cercare di argomentare il proprio pensiero. Pensiero che, ovviamente, è anche frutto di letture e di analisi fatte da quei pochi economisti/giornalisti che non sono “succubi del mondo politico”. E’ peccato pensare? E’ peccato leggere e poi riportare pensieri e opinioni altrui? E’ peccato riportare numeri statistici rivenienti dall’ambito professionale? Non credo. Per molti invece questo modus operandi arreca fastidio perché si va “contro” il loro modo (squallido) di interpretare la politica. Non sono un grillino, ma Grillo in un certo modo d’essere mi piace! Ovviamente non lo vorrei come Premier! A determinati “signori” mando a dire che un Cittadino come me, che paga le tasse sino all’ultimo centesimo da oltre quarant’anni, ha tutto il diritto di parlare, pensare, scrivere!…
Io penso!
Non sono come coloro, e sono in tanti, che diffondono parole e scritti fatti da terze persone. Da qualche tempo osservo lo scadente scenario in cui viviamo e mi viene una forte tristezza. Ovviamente non ho nessuna pretesa di essere portatore, come fan tanti, del verbo della verità. Cerco semplicemente di seguire il “filo conduttore” che porto avanti da almeno sei, sette anni; cambiamento, trasparenza e sviluppo attraverso un sistema di pianificazione strategica. Eppure c’è tanta gente che su questi argomenti fa “spallucce”. A loro dico: poveri Voi! Siete consapevoli dei danni che avete già fatto e di quelli che farete in futuro? A tutti i semplici Cittadini come me, a tutti i cittadini sofferenti e soccombenti da questa crisi generata, in concorso di colpa dai parlamentari e dalla situazione internazionale, voglio solo dire una cosa, a voce alta! Non lasciatevi più incantare da chi conosce bene l’arte dello scrivere e del parlare. Sono incantatori di serpenti!
Oramai il 2012 è da dimenticare!
Mi appello a quei pochi sani del mondo “della politica” e li invito, ancora una volta, a compiere una decisa, e immediata, inversione di rotta. Nella mia breve, e spinosa, esperienza della politica attiva mi sono però, purtroppo, anche reso conto che “loro” non desiderano far entrare il rinnovamento o il cambiamento. Tutto deve restare cristallizzato. Essi (i politici) ne parlano, o ne scrivono, ma nulla cambia!
A chi volete prendere in giro.
So anche bene che in politica “i numeri e i denari” contano più delle idee. So bene che per il “nuovo” la strada sarà sempre in salita, ma intanto se riuscissimo almeno a liberare parzialmente questa tortuosa strada dal ciarpame che ne intralcia il cammino, sarebbe già una cosa veramente grande per tutti. Mi domando ancora, forse anche ingenuamente, perché è poi così difficile fare della buona politica? E’ difficile organizzare una struttura politica? E’ difficile organizzare in modo customer oriented un Comune, o una regione? E’ difficile valorizzare l’ambiente, organizzare il traffico, tener pulita la città, risparmiare sulle spese, creare posti di lavoro, cacciare i corrotti, fare bene i conti, combattere l’evasione, ripianare i bilanci etc. etc.
Tutti t’illustrano “il che”, ci fosse un cane chi ti chiarisca “il come”.
Anni fa c’era un concorso radiofonico riservato alle “Voci nuove”. Voci di esordienti che, dopo un’educazione domestica, andavano a cimentarsi, con il microfono di una grande emittente, con il grande pubblico e con il mercato dei dischi. Se andava bene, bene. Se andava male, si tornava a casa. Ecco! Quello che manca alla nostra politica è un concorso per “volti, voci e idee nuove!”. Bisogna cercare di far inserire l’immissione in circolo di sangue fresco in un organismo perennemente anemico.
Invece no! Da noi la classe dirigente politica, terminata la scalata al potere del Parlamento o dei vari Enti o dei Comuni o delle Regioni, resta lì immobile per decenni. In politica di “voci nuove” non se ne sentono perché esse sono ritenute potenziali destabilizzatrici degli equilibri, darebbero fastidio e quindi non vanno incoraggiate. E per scoraggiarle poco ci vuole: basta dichiarare che le idee che esprimono sono vecchie e sorpassate, che sanno di fascismo, di comunismo, di razzismo, di qualunquismo o di qualsiasi altro “….ismo”. Basta vietare che i vari giornaletti locali ne vietino gli scritti, com’è capitato a me! Così il “nuovo”, che non è sempre sinonimo di giovane, si guarda intorno, non trova appoggi e si rimette a sedere. Si soffocano sul nascere i tentativi della gente comune e si portano avanti i “delfini”, cioè elementi coltivati nel loro vivaio, di quelli cioè che si muovono solo dietro precise istruzioni ricevute oppure leggono, spesso male, e a comando scritti altrui.
Suggerisco a chi legge questo scritto di iniziare a riflettere perché sullo scenario ci sono due categorie di politici, coloro i quali continuano imperterriti nelle loro attività della vecchia politica e coloro i quali sono alla ricerca di una verginità.
Pensiamoci, per il bene dei nostri figli, della nazione e dei nostri territori di residenza”.
Gaetano Mastellone