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Circumvesuviana, i disservizi e l’odissea quotidiana degli utenti

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Antonella Viggiano

di Antonella Viggiano

La Penisola fa passi indietro, almeno in tema di collegamenti su rotaie! Nel corso degli anni, si è assistito ad un progressivo scadimento qualitativo del servizio di trasporto più comodo e più frequentato dai cittadini peninsulari, che oggi ha assunto contorni tali da determinare una vera e propria emergenza sociale. Non si tratta più dei ritardi ordinari che, per quanto snervanti, potevano ritenersi accettabili, né dei disagi determinati da improvvisi cambi di convoglio, che pure hanno visto fluttuare folle in attesa da un binario all’altro…

Nemmeno delle fastidiose gocce di pioggia o degli spifferi che hanno fatto per anni buona compagnia a pendolari di ogni età. Eppure, nonostante tali non irrisori disagi, i treni della Circumvesuviana sono il mezzo di trasporto più usato da tutte le fasce sociali della nostra comunità peninsulare, perché comunque costituiscono la più capillare rete di collegamento con tutta l’area metropolitana di Napoli per studenti, insegnanti, professionisti, lavoratori. Lo stato in cui versa il servizio attualmente espone i nostri cittadini ad un logorìo quotidiano fatto di assoluta incertezza sugli orari, soppressioni improvvise di corse, condizioni di viaggio in dispregio delle più elementari norme di sicurezza per il sovraffollamento che ne deriva. Una vera e propria emergenza sociale, la cui soluzione non può essere affidata ad iniziative, seppur lodevoli, sporadiche e private. E’ necessario un intervento forte della politica locale, ad ogni livello, ma ancor più degli amministratori al governo dei nostri Comuni, che devono tutelare i nostri lavoratori, i nostri studenti, con un’azione sinergica che, da un lato, cerchi immediate soluzioni comprensoriali alternative al mezzo su rotaie, dall’altro si faccia portavoce presso gli Enti sovraordinati dello stato di disagio dei nostri cittadini e della violazione in atto del loro diritto alla mobilità. Il trasporto pubblico non può essere monopolio di una società che, a quanto si legge, è fallita e, a buon diritto, i nostri Comuni possono conseguire, presso gli Enti preposti, le autorizzazioni necessarie per l’istituzione di un servizio di Trasporto Pubblico alternativo su gomma, limitato al tempo necessario alla risoluzione dei problemi che affliggono il trasporto su rotaie. So, per esperienza, che i nostri Sindaci possono essere molto più incisivi se uniscono le loro energie; faccio appello alla loro sensibilità, perché diano corso immediato alle azioni necessarie.

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