Sorrento

Sorrento, stop del Ministro Ornaghi sull’affaire Vallone dei Mulini

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Ministro Lorenzo Ornaghi

ROMA – Si riaccendono i riflettori sul caso “Vallone di Mulini” e sull’operazione immobiliare realizzata dall’ex assessore ai LL.PP. Mariano Pontecorvo con l’acquisto del benee le tante polemiche suscitate. A pronunciare un verdetto significativo nella contesa sulla legittimità dell’acquisto del sito è intervenuto direttamente il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, in risposta all’interrogazione parlamentare a suo tempo presentata dal Sen. Raffaele Lauro (PdL). Una nota trasmessa, oltre che a Lauro, al Segretario Generale del Senato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Ufficio Stampa. Sul sito, stante l’interesse culturale, Il Ministero potrà esercitato il diritto di prelazione per cui qualsiasi lavoro o intervento dovrà essere sottoposto al preventivo parere della Soprintendenza. Praticamente uno stop all’operazione come concepita dai privati…

Vallone dei Mulini

Ma leggiamola integralmente la nota del Ministro: “Con riferimento all’interrogazione indicata in oggetto (N. 4-06855 Se. Raffaele Lauro), con la quale l’Onorevole interrogante chiede quali provvedimenti si intendano assumere per acquisire al patrimonio culturale il Vallone dei Mulini, sito in Sorrento (NA), si comunica quanto segue:

Il Vallone dei Mulini fa parte di un sistema di articolati valloni o forre che incidono in profondità il pianoro tufaceo sorrentino, determinando quella configurazione di alto valore paesaggistico che caratterizza l’intera penisola sorrentina. Il Vallone che circonda il lato sud-est del banco tufaceo su cui sorge la città di Sorrento è originato da due rivoli: Casarlano-cesarano ad est e S.Antonino a sud.

L’apporto di acqua ha prodotto delle gole strettissime che solo nel punto di confluenza tra i due corsi d’acqua si allargano vistosamente, dando origine a quell’area ai piedi di “Villa La Rupe”, oggi nota col nome di Vallone dei Mulini. Tale nome è dovuto alla presenza sul fondo di un antico mulino di cui, attualmente, sono visibili i ruderi, mal cosnervati per la presenza di vegetazione erbacea che lo ricopre quasi totalmente.

Sen. Raffaele Lauro

Pubblicizzato come “ravins de Sorrento” da dipinti e incisioni, l’immagine del Vallone ha spesso accomapgnato la letteratura turistica del 700 e dell’800, ponendosi tra i temi più ricercati del repertorio figurativo.

Accanto ai valori più strettamente pittorici, documentati da cascate spumeggianti con vegetazione spontanea lussureggiante e piccoli ponti lanciati tra le opposte sponde, sono da evidenziare i risvolti sociali legati alla vita di questi luoghi: reso accessibile attraverso strette e ripide gradonate ricavate nella parte di tufo, il fondo del vallone ha conosciuto per lungo tempo, l’operosità della gente locale. Abili cavatori hanno, per secoli, recuperato, come testimoniano le diverse cave in grotta, il prezioso tufo da costruzione che caratterizza ancora i muri di cinta dei giardini e delle case di tutta la penisola. Sono ancora presenti una serie di grotte nelle quali sono stati ricavati dei pozzi che fornivano l’acqua sorgiva ai sorrentini e servivano ad “aggrottare” gli agrumi. Nel ‘500 i valloni di Sorrento appartenevano alla famiglia Tasso, più tardi, durante il XVI sec., furono venduti con i mulini e gli orti alla famiglia Correale e, all’inizio del XVII sec., Onofrio Correale fece costruire sulla parte terminale del vallone dei mulini il porto di Marina piccola. l vallone du abbandonato in poco tempo, a causa della costruzione di Piazza Tasso nel 1866. Ciò comportò l’incanalamento delle acque e il riempimento della parte terminale del vallone, causando condizioni invivibili sia per l’uomo che per le piante, per l’altissimo tasso di umidità presente tutto l’anno.

Per quanto attiene il contratto preliminare di vendita del “Vallone dei Mulini” con annesso fabbricato adibito a mulino e pertinenze, composto da otto particelle del catasto terreni, per un’area complessiva di 4550 mq, si rappresenta che lo stesso risulta dichiarato di notevole interesse pubblico, a seguito dell’emanazione del DM 8.11.1927 ex lege 778/1922, tuttora efficace ai sensi dell’art. 157, comma 1, lettera a), del Decreto legislativo n.42 del 22 gennaio 2004.

Al riguardo, nel precisare che la norma in questione non prevede la possibilità di esercitare il diritto di prelazione da parte dello Stato e degli altri Enti territoriali, si rappresenta che la Soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici di Napoli e provincia, in data 13 aprile 2012, con nota prot. n.810, ha avviato la procedura finalizzata all’emanazione di uno specifico provvedimento di dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi degli art. 13 e seguenti del Codice dei beni culturali e del paesaggio, in quanto il mulino in questione è tipico esempio di architettura rurale con valenza storico-etnoantropologica e testimonianza dell’economia rurale tradizionale.

L’emanazione del suddetto provvedimento consentirà a questa Amministrazione di esercitare, eventualmente, il diritto di prelazione su questa area, ritenuta uno degli ultimi siti naturalistici caratterizzanti l’antica conformazione geomorfologica del costono tufaceo sul quale è stata edificata la città di Sorrento, allo scopo di farla rientrare tra quelle del demanio culturale.

Si rappresenta, infine, che – stante il regime cautelare a cui è attualmente sottoposto il bene – ogni eventuale lavoro o mutamento della sua destinazione dovrà essere sottoposto al parere della citata Soprintendenza per verificarne la compatibilità con le caratteristiche architettoniche dell’immobile, tale da non recare pregiudizio alla sua conservazione“.

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