Campania,  Napoli

Il Roma intervista Gaetano Mastellone sui temi dell’economia e dello sviluppo

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Sul quotidiano il Roma di ieri è stata pubblicata un’intervista a Gaetano Mastellone, vice presidente dell’Osservatorio Banche e Imprese, sul tema dell’occupazione giovanile, della crisi dei settori produttivi, sul ruolo delle banche che vi proponiamo per la stringente attualità dei temi trattati da un addetto ai lavori da sempre impegnato a confrontarsi con i problemi dello sviluppo e della crescita socio-economica dei territori per accrescerne competitività e potere di attrazione rispetto ai mercati internazionali…

In Campania (come nel resto del Sud) il tasso di occupazione della popolazione giovanile sta toccando i livelli minimi tra le regioni italiane. Come si può invertire questa tendenza?
“Mi verrebbe di rispondere che ci vorrebbe la bacchetta magica. Per creare posti di lavoro di vogliono “le condizioni” in modo che le imprese decidano di investire e quindi investire sulle risorse umane. La soluzione? Basterebbe solo la volontà seria di una classe dirigente semplicemente responsabile e minimamente competente che, purtroppo, pare non esserci. Quindi invoco un ricambio generazionale della classe dirigente, da qui bisogna partire. Qual’è la strada per arrivare a creare “le condizioni”? Semplicemente quelle che chiediamo da tempo e che non si riesce ad ottenere. Primo. Riforma fiscale per  pagare meno e per far pagare tutti, si può fare! Secondo. Imposta sui patrimoni, giusta e digeribile. Terzo. Lotta alla corruzione e agli sprechi della pubblica amministrazione. Quarto. Riduzione e progressiva eliminazione dell’impatto sulla società di criminalità organizzata e mafie. Quinto. Sostegno ai redditi e alle imprese; agevolazioni per chi produce in Italia in modo tale da rendere meno appetibile produrre in paesi a basso costo di manodopera, sgravi fiscali per chi assume giovani, superare il concetto dell’ammortizzare sociale che privilegia il solo lavoro a tempo indeterminato e introdurre il concetto di reddito minimo garantito; rimodulare poi redditi di aiuto congruo a tutte le fasce in difficoltà o meno fortunate (aiutare chi fa figli, chi è portatore di handicap, chi sopporta pesi enormi per accudire chi è malato ecc.). I primi 4 punti delineati recupererebbero le risorse per potersi permettere, e alla grande, il quinto”.

Secondo previsioni di Obi la Campania vedrà il proprio Pil ridursi dello 0,4% l’anno fino al 2015. Come possono sopravvivere alla crisi artigianato e manifatturiero?
“Personalmente ritengo che dobbiamo lavorare per riscoprire l’Università delle “mani”. Quindi artigianato e manifatturiero, oggi pesantemente colpiti, possono risalire la china, e svilupparsi, solo con programmi incentrati all’innovazione di prodotto che solo giovani lungimiranti e industriali moderni posso dare. L’ingegno e la creatività di noi italiani non si copia, quindi sfruttiamola. Dobbiamo attuare seri piani formativi e dare ai giovani artigiani una visione reale del futuro per creare la vera cultura del lavoro. In questi momenti di crisi dobbiamo indirizzare, programmare e non farci prendere dalla sindrome del Pil; guardiamo oltre!”

Quali possono essere i settori trainanti per la ripresa?
“In Campania metto al primo posto il “turismo” e l’indotto che esso crea; a seguire l’agricoltura moderna e attrezzata. Poi bisognerebbe dare vitalità alla moda, calzature-pelletteria-sartoria, attraverso un integrato sistema di rete e di formazione. Ovviamente il Governo dovrebbe legiferare interventi ad hoc per questi settori; chi investe in uomini, formazione e sviluppo deve essere aiutato. Il costo dell’aiuto di oggi sarà l’incremento del Pil di domani”.

Le imprese si lamentano delle banche che non finanziano e le banche rispondono che c’è poca qualità da finanziare. Dov’è la verità?
“Sui numeri non si scherza. Le banche italiane hanno dovuto sopportare un peso enorme in termini di sofferenze le quali sono cresciute tantissimo proprio per la crisi. Il sistema bancario italiano ha retto bene alla crisi e non bisogna dimenticare che l’Italia delle Banche non ha chiesto un euro al pubblico. Io rifiuto l’etichetta che le banche sono nemiche delle imprese, affermo invece che quando ci si trova davanti a progetti validi e ad aziende serie e sane i cordoni della borsa sono sempre ben aperti. Questo è un fatto. Sono totalmente d’accordo con l’ultimo intervento sul tema fatto dal ministro Passera che ha dichiarato di non mettere tutte le banche nello stesso calderone, certamente si poteva fare di più ma in tema di ristrutturazione e consolidamento del debito le banche italiane hanno fatto veramente tanto!  Invito le imprese e le banche a guardare avanti, perché l’interesse di aiutare lo sviluppo di “sana economia” è interesse di tutti”.

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