Italia

Competitività, a Roma la presentazione del Rapporto OBI SRM 2012

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Roma 17 ottobre 2012

ROMA – Mercoledì 17 ottobre presso la sala conferenze del Polo Multifunzionale Rgs si presenta il Rapporto OBI RGS 2012  con la partecipazione del Presidente Matarrese, del vice Presidente Mastellone, del Direttore Generale Corvino. Fra gli altri intervengono: Gennaro Sangiuliano (Vicedirettore TG1 RAI Coordinatore dei lavori), Aldo Bonomi (Vice Presidente Confindustria) e Domenico Menniti (Presidente Harmont and Blaine). Il Rapporto 2012 Impresa e Competitività è un’analisi delle dinamiche che riguardano le imprese che operano nelle otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia), appartenenti ai settori del manifatturiero, delle costruzioni, dei servizi ICT e turistico-ricettivi. Il rapporto, giunto ormai alla sua quinta edizione, quest’anno propone un’analisi molto più raffinata che, nel tentativo di andare oltre ad una rappresentazione dinamica dei modelli competitivi adottati dalle imprese localizzate nel Mezzogiorno, si è estesa all’intero territorio italiano ed alle altre tre Ripartizioni italiane: Nord-Ovest, Nord-Est e Centro, che da quest’anno in poi si presenteranno come benchmark di riferimento per le nostre analisi…

Gaetano Mastellone

L’indagine, pertanto, ha riguardato un campione rappresentativo delle imprese italiane stratificato per le  4 Ripartizioni e un campione delle imprese del Mezzogiorno stratificato per le sue otto Regioni relativamente ai settori indicati ed intende offrire un quadro completo delle condizioni operative dei sistemi produttivi regionali e macroregionali rispetto all’adozione di un modello di business in grado di reggere la competizione globale, un modello incentrato su competenze, qualità e innovazione.
In particolare, a partire dall’analisi di alcune variabili “chiave” in grado di influire sull’assetto competitivo delle imprese – capitale umano, investimenti, innovazione, finanza, internazionalizzazione – il Rapporto vuole  tracciare un profilo dello stato attuale e delle prospettive future dei sistemi produttivi delle regioni del Mezzogiorno, guardando anche all’andamento dei risultati di mercato conseguiti nell’ultimo anno e alle attese degli imprenditori circa i risultati per l’anno in corso. Sul Rapporto 2012 abbiamo raccolto una dichiarazione del sorrentino vice Presidente Gaetano Mastellone.
I risultati del Rapporto 2012 confermano il momento di forte crisi che il nostro Paese sta vivendo. Le difficoltà economiche hanno interessato in maniera decisamente maggiore le regioni meridionali che hanno sofferto più di altre aree del Paese. Questa è la peggiore recessione dal dopoguerra.  Infatti, i risultati conseguiti dalle imprese meridionali, sia in termini di fatturato che di ordini ricevuti, non sono positivi in tutti i settori produttivi analizzati. Una buona parte del divario attuale, e pregresso, fra il Mezzogiorno ed il Centro-Nord, può quindi in gran parte essere ascritto alla difficile situazione del comparto manifatturiero meridionale. Da segnalare anche l’enorme problema del capitale umano. Il problema esistente del gap di capitale umano del Mezzogiorno non sembra riconducibile al comportamento delle imprese. I fattori sono invece più articolati e complessi, sia dal lato della domanda (elevata disoccupazione) che dal lato dell’offerta (qualità del sistema di istruzione scolastica, fenomeno dell’abbandono scolastico spesso dovuto a condizioni di degrado sociale e familiare). Il Mezzogiorno è in una tipica situazione di  low-skill slow-quality trap, in cui l’interazione tra fattori della domanda e dell’offerta determinano congiuntamente un basso livello qualitativo e quantitativo di capitale umano. Le imprese meridionali esprimono poi una carenza di infrastrutture sia di trasporto che di comunicazione, in particolare nei settori ICT e manifatturiero, che testimonia un problema di un infrastructure che divide nettamente il sud rispetto alle altre aree territoriali. Infine si avverte nel Mezzogiorno anche l’esigenza di una maggior offerta di servizi a valore aggiunto in grado di supportare le strategie aziendali più complesse quali ad esempio l’internazionalizzazione ed il marketing.  I fattori ambientali critici, se sommati al vincolo dimensionale delle imprese, possono costituire un freno rilevante alla competitività del sistema produttivo meridionale ed ampliare il divario esistente con le altre macro-aree. Cosa dover fare? Bisogna intervenire sullo sviluppo del capitale umano, sulle infrastrutture, sull’internazionalizzazione, sul marketing, sui fattori critici ambientali, sulla dimensione delle aziende, sull’innovazione di prodotto e sull’information technology. E’ assolutamente necessario che le forze politiche ed economiche si attivino, seriamente, ad  intervenire su tali aspetti se si vogliono creare le basi per un recupero di competitività strutturale dell’economia meridionale in grado di agganciare il Mezzogiorno al trend di sviluppo economico del resto del paese. Cosa chiedono le imprese meridionali? Esse hanno indicato nel sistema finanziario e nel sistema fiscale i fattori strategicamente più rilevanti per ottenere il successo competitivo. Poiché il dato è comune anche alle imprese delle altre aree geografiche, si evince che le imprese italiane avvertono nel complesso l’esigenza di un maggior sostegno da parte del sistema finanziario, anche alla luce di quanto rilevato in precedenza sulla difficoltà di reperire i finanziamenti necessari ad attivare gli investimenti, e probabilmente di un  minor carico fiscale. Infine si segnala che  la bussola su cui doversi orientare, da parte delle imprese meridionali, è l’Area Med che rappresenta un’opportunità di notevole interesse dovuti da vantaggi logistici, dovuti alla centralità geografica del Mezzogiorno all’interno del Mediterraneo, e legami storici con  diversi paesi dell’area. Le imprese meridionali però non sembrano ancora pienamente consapevoli della rilevanza strategica di tali mercati.

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