Sant’Agnello: perchè la nostra non è stata una “vigliaccata”!
di Gianni Salvati
E’ sempre interessante leggere le diverse interpretazioni che si danno ai fatti, soprattutto quando a farla da padrone sono la faziosità e l’ipocrisia, disvalori genetici che ormai contraddistinguono l’essere umano di oggi! Ancora più interessante quando tali disvalori emergono parlando di politica, campo laddove tutti si sentono depositari del verbo divino e non si dubita, nemmeno per un attimo, di poter sbagliare o che la verità possa avere più facce! Detto ciò che mi sembra una doverosa premessa per puntualizzare alcune versioni di parte sui fatti politici accaduti a S.Agnello, ritengo che sia opportuno, prima di trinciare ulteriori giudizi, far emergere le reali motivazioni soprattutto di chi è stato protagonista della vicenda, per dar modo al cittadino comune ed al lettore, di poter valutare con serenità e con tutti gli elementi utili a disposizione, chi sono i colpevoli e gli innocenti.
Al di là delle voci e dicerie che hanno definito ”golpe o vigliaccate ed imboscate”, l’atto delle dimissioni congiunte, alla base di tale gesto dimissionario di 10 consiglieri comunali vi sono solo motivazioni politiche e sono solo quelle che hanno portato alla fine anticipata della consiliatura con l’inevitabile commissariamento prefettizio, che sicuramente non ha giovato all’immagine della città, ma principalmente all’immagine di chi la guidava.
Prima di addentrarmi nei fatti specifici però è anche opportuno precisare che se un articolo della legge, contempla le dimissioni congiunte della metà dei consiglieri comunali più uno (senza computare il sindaco) assegnati, piaccia o non piaccia, vuol dire che, sicuramente, il legislatore, istituendolo, ha ritenuto che si potessero verificare casi in cui fosse necessario od opportuno applicarlo…
Una legittima possibilità contemplata dal legislatore che l’ha istituita a prerogativa ed a garanzia dei consiglieri comunali che si ritengono lesi da un modo di governare non sempre rispettoso degli interessi della popolazione o anche da un modo di governare poco conforme alle normali regole democratiche o peggio ancora da un modo di governare non sempre ligio alle leggi dello Stato! Già questo basterebbe a far piazza pulita di tutti gli epiteti ed appellativi ingiuriosi, con i quali lo scrivente e gli altri consiglieri comunali dimissionari sono stati definiti, per aver fruito di tale articolo di legge.
Per quanto mi riguarda risalirò all’aprile del 2008 allorquando Orlando vinse le consultazioni elettorali amministrative in carrozza, rappresentando (parole sue!) la continuità con la precedente amministrazione Sagristani, di cui era la naturale evoluzione! Già precedentemente si era detto e sbandierato ai quattro venti che entrambe le liste partecipanti alla competizione elettorale, fossero state predisposte e partorite da un’unica mano ma, stranamente, all’epoca, nessuno ebbe ad obiettare nulla, compreso chi oggi, parla di democrazia malata o chi, parlamentari compresi, oggi tuona, ipocritamente, contro questa situazione, peraltro diffusa in molte piccole e grandi realtà comunali! Il ricordo che ho di questa vicenda è molto nitido e non rammento alcuna levata di scudi particolare o qualche ricorso ad organi superiori da parte di chicchessia, compreso quello di partiti e movimenti di ogni colore politico, cui evidentemente andava bene questa situazione, purchè fossero rappresentati in lista! D’altra parte, in ogni luogo d’Italia si è sempre assistito e si assiste tuttora a connubi politici di strana interpretazione politica con liste civiche in cui le sinistre governavano e governano con le destre, o liste civiche in cui leghisti convivevano e convivono tuttora con ex democristiani e tante altre singolari situazioni, che vengono definite, per diffusa ipocrisia ,“laboratori politici“, comunque avallate dal consenso popolare. Io, che nella precedente consiliatura rivestivo la carica di Presidente del Consiglio Comunale, ricordo perfettamente che, all’istanza rivoltami dal sindaco uscente Sagristani, tesa ad individuare il suo successore prima del termine della consiliatura, su quali fossero le mie intenzioni politiche, risposi negativamente non avendo desiderio di continuare la mia esperienza politico-amministrativa per una serie di motivazioni che non espressi al cospetto di tutti gli altri amministratori, cui era stata rivolta la medesima domanda. In realtà presagivo che nessuno di noi, sarebbe stato in grado di sostituire Sagristani ed il probabile ingresso in lista di nuovi elementi di cui si sentiva parlare (e per i quali non nutrivo grande considerazione politica!) mi avevano convinto dell’opportunità di non candidarmi, unico tra tutti gli amministratori uscenti! Per onestà debbo dire che più di qualche amministratore uscente chiese a Sagristani di candidare a primo cittadino un suo stretto familiare o un elemento estraneo al gruppo dirigente, ma l’allora sindaco lasciò, democraticamente che si sviluppasse un ampio dibattito al termine del quale, la maggioranza del gruppo si dichiarò per una soluzione interna.
Vennero quindi individuati quali probabili primi cittadini, G. Michele Orlando e l’ex assessore Giuseppe Coppola 71 che, tra loro, risolsero la questione indicando come futuro primo cittadino l’ing.Orlando. Quest’ultimo si impegnò con tutti noi e con Sagristani a proseguire sulla falsariga del precedente mandato per portare a termine tutte quelle opere pubbliche non realizzate per motivi di tempo, garantendo anche la continuità amministrativa . Io dal canto mio ritenevo di aver fatto una scelta definitiva ma negli ultimi giorni antecedenti la competizione elettorale, la mancanza di candidati nella seconda lista, il desiderio di continuare a fare qualcosa per il paese e la convinzione che forse avrei sofferto quella mancanza di adrenalina che solo la politica ti può dare, mi convinsero a ributtarmi nella mischia, pur se combattuto! Per la verità, pur non avendo in grande simpatia politica Orlando, non pensavo, disattendesse sin dall’inizio gli accordi assunti con Sagristani e con il gruppo dirigente uscente, impegni riguardanti esclusivamente la realizzazione di tutte quelle opere pubbliche che, la fine naturale del mandato consiliare aveva interrotto e soprattutto non credevo che si discostasse dal buon modo di amministrare di Sagristani, che, piaccia o no, aveva portato S.Agnello ad essere punto di riferimento per l’intera penisola sorrentina! Nella precedente consiliatura avevamo poi sforato il patto di stabilità, tutti daccordo e consapevoli (Orlando compreso!), che nella successiva consilatura, con la vendita del suolo di proprietà comunale in via Cocumella alla MSC (per realizzarvi una piscina coperta con attrezzature sportive, con ingressi gratis per i residenti di S.Agnello) il Comune avrebbe ripianato il patto di stabilità, sforato sulle opere pubbliche e non sulla spesa corrente. Ma sin da subito, nella consiliatura,iniziarono le ostilità e Sagristani, a cui era stato richiesto da molti amministratori di maggioranza, un impegno concreto per assumere la carica di assessore esterno con delega all’attuazione del programma elettorale, non ebbe forse il riscontro dovuto e dopo poco più di due mesi dall’avvenuta nomina, chiuse quasi definitivamente i rapporti con il primo cittadino, uscendo dalla giunta e lamentandosi per il mancato rispetto dei patti.
Anche molti amministratori di maggioranza, fedeli all’ex primo cittadino non tanto come servi sciocchi ma preoccupati dell’inaffidabilità di Orlando e contrari al suo modo di amministrare, completamente diverso da quello del suo predecessore, iniziarono a contrastare il primo cittadino e di lì, ebbe inizio la lunga storia di polemiche e forti diverbi politici, il cui epilogo tutti conoscono! Orlando, pur vantando la mia stessa esperienza amministrativa (circa 4 consiliature!), da sindaco, stranamente, non ha mai dimostrato grandi capacità politiche compiendo ( a parer mio!) errori uno dietro l’altro, mai cercando mediazioni o compromessi accettabili nell’interesse del paese ma lavorando per attrarre a sé amministratori della seconda lista, compreso lo scrivente, cui venne proposto di fare il presidente del C.C., carica che avevo già rivestito. Accettai (sicuramente sbagliando valutazione!) firmando un documento che venne sottoscritto dal Sindaco e dal capogruppo di maggioranza dell’epoca, il consigliere Rocco D’Esposito (anch’egli poi sarebbe passato in opposizione!)di cui posso fornire prova documentale. Nel documento però, consapevole della scarsa operatività di Orlando, richiesi anche alcuni impegni dell’esecutivo per realizzare punti dei rispettivi programmi elettorali che mi stavano a cuore così come alla cittadinanza, come la nuova scuola media,la pedonalizzazione di piazza S.Agnello o il completamento dell’area soprastante il parcheggio di Corso Italia, consapevole che solo la realizzazione di opere di primaria importanza per la popolazione, avrebbe giustificato, politicamente parlando, l’assunzione da parte mia della carica di presidente del consiglio! Inutile dire che oltre alla carica, mai ho avuto l’onore e l’occasione di riunirmi con la maggioranza per lavorare agli impegni assunti!
Venni, quindi ,dopo la mia elezione a presidente del consesso, molto presto emarginato e messo da parte e per le mie continue sollecitazioni all’Amministrazione comunale, tese a smuoverla dall’inerzia nella quale si crogiolava, sottoposto ad una mozione di sfiducia, con la quale, solo in virtù dei numeri e non per motivazioni oggettive venni destituito dalla carica, con un estremo tentativo di togliermi anche la carica di consigliere comunale, per un mio piccolo errore procedurale, sventato dalla Segretaria Comunale e dal mio legale, con il quale, sono ancora in attesa del giudizio del Consiglio di Stato, che se pur non mi ridarà la carica, almeno la soddisfazione di non aver infranto alcuna norma e di aver tenuto corretto comportamento politico. Dopo di questo iniziarono forti contrasti politici dell’opposizione e di qualche componente della maggioranza con Orlando, che si concludevano con continui rimpasti dell’esecutivo, grazie ai quali il primo cittadino riusciva a garantirsi, almeno temporaneamente, la tenuta della maggioranza. In tutto questo continuo scambio di colpi e di accuse, non vi era, ovviamente tempo per fare qualcosa di concreto per la popolazione. Ma tutto questo mandato è stato caratterizzato, ritengo, anche da una grande presunzione politica del primo cittadino: mai infatti egli si è accollato qualche responsabilità per quanto accaduto e persino durante le trattative dell’ultima crisi, allorquando non aveva più la maggioranza in consiglio comunale, ha riconosciuto la gravità del momento, anzi rilanciando, in maniera arrogante, con la nomina di un nuovo assessore, convinto che avremmo accettato anche quest’ultimo schiaffo politico. Una cosa però è emersa, a giudizio ovviamente soggettivo di tutti i sottoscrittori delle dimissioni: si era compreso che mai si sarebbe dimesso (dimissioni che avrebbe potuto ritirare, come prevede la legge, dopo 20 giorni!) e mai avrebbe accettato di riconoscere colpe specifiche,pur se le opposizioni le avevano richieste come pregiudiziale indispensabile per far terminare il mandato consiliare alla scadenza naturale ! Anche il gesto di responsabilità assunto dalle opposizioni consiliari nell’ultima seduta di consiglio, allorquando si consentì l’approvazione dell’ultimo bilancio di previsione, è servito a ben poco! A supporto di questa convinzione due fatti precisi: l’aver delegato al vice sindaco Antonino Coppola le delicate trattative della crisi con le opposizioni e l’aver nominato, durante la crisi stessa e senza attenderne l’esito dei colloqui, un nuovo assessore. In realtà e questo lo abbiamo compreso solo durante le trattative della crisi, valutando anche il comportamento imbarazzatissimo del vice sindaco in difficoltà nel non riconoscere la responsabilità politica di Orlando che aveva, viceversa, un piano politico ben preciso, mirante a far terminare la consiliatura alla scadenza naturale del prossimo anno. Era infatti convinto che mai saremmo andati a casa e che i tempi necessari alle opposizioni consiliari per predisporre una inoppugnabile mozione di sfiducia sindacale, avrebbero richiesto tempi decisamente lunghi, quantificabili in almeno altri 30 giorni!
Successivamente la convocazione del consiglio comunale che, presumibilmente, secondo la nostra convinzione, sarebbe potuta slittare all’ultimo giorno utile previsto dalla normativa (20 giorni!) se non anche dopo, facendosi magari diffidare dal Prefetto. In tutto questo lasso di tempo ci sarebbe stato, forse, anche il tempo per eventuali dimissioni dalla carica (da ritirare, però, rigorosamente nei tempi prescritti dalla legge!) per guadagnare un altro mese, sino ad arrivare così ai fatidici sessanta giorni antecedenti alla scadenza naturale della consiliatura nei quali, per legge, non può più sciogliersi l’assise comunale. In questo modo avrebbe terminato il mandato in sella all’Amministrazione, potendo gestire da primo cittadino uscente e ricandidandosi, anche tutti quei condoni edilizi (circa 5.000 pratiche tra le due sanatorie del 1985 e del 1994), potente arma di consenso elettorale sulla cittadinanza. Questo il motivo per il quale, sia pur dolorosamente e con tanto rammarico e dopo aver constatato ogni impossibilità di dialogo politico costruttivo, abbiamo deciso di dimetterci congiuntamente usufruendo dell’art.141 lett.b.n.3 del D.Lgs.267/2000. Inutile rinvangare come anche le piccole richieste di fissare ad orari serali i consigli comunali o di concertare le conferenze dei capigruppo consiliari siano sempre state, rigorosamente, disattese da Orlando e dalla sua ex maggioranza,che forti dei numeri, respingevano costantemente ogni cosa proveniente dalle opposizioni. Più volte il ricorso a S.E. il Prefetto De Martino, cui ci eravamo rivolti per protestare contro questa mancanza di ” bon ton “ istituzionale, ha fruttato circolari di raccomandazione all’Ente in tal senso, di cui si trovano regolari tracce nei protocolli del Comune. Tutto questo, unito a commissioni consiliari mai istituite, dibattiti consiliari a senso unico ed una impossibilità di svolgere il proprio ruolo istituzionale di controllo ,ci ha convinti a compiere il doloroso passo delle dimissioni congiunte.Ed a quanti, oggiipocritamente,si stracciano le vesti, parlando di vigliaccata e di imboscata politica per le modalità scelte per far commissariare l’Ente, ribadisco ancora una volta, che se fossero veritiere tali accuse, Orlando ed i resti della sua maggioranza sarebbero andati a casa già il 20 agosto scorso, allorquando ci saremmo astenuti dal lasciare approvare l’ultimo bilancio di previsione! E ciò avrebbe comunque comportato il commissariamento prefettizio, così come prevede la legge! Mi chiedo allora come avrebbero reagito i tanti soloni della politica che si sono sentiti in obbligo di diffamarci, definendoci con epiteti spregevoli, quasi da codice penale, a fronte di quest’altra conclusione? Avrebbero forse valutato il nostro comportamento politico più conforme alle buone regole ed all’etica politica? Credo e concludo, che al di là di qualsiasi altra considerazione, sia molto difficile negare che le responsabilità maggiori vadano attribuite a chi non è stato in grado di gestire politicamente, dall’alto della sua carica e del suo ruolo, una vicenda di cui sicuramente non v’è da andare fieri, ma che, certamente, non può essere addebitata, unicamente e nei toni usati, alle opposizioni.
*ex consigliere comunale di S. Agnello
4 commenti
Peppe
lei, giustamente, dice che le pratiche per condoni edilizi sono potente arma di consenso elettorale sulla cittadinanza. Ma a chi si riferisce? al sindaco, ai consigli, agli uffici tecnici, alle commissioni?
gianni salvati
Caro Peppe,
credo che lei, dal tenore del suo intervento, si sia già data una risposta o quantomeno le sia balenato il dubbio che potrei aver detto una cosa da approfondire e sulla quale potrei aver ragione. Senza ipocrisia le dico che non voglio calunniare nessuno senza prove ma che occupare una posizione privilegiata pubblica, per giunta rivestendo anche un ruolo tecnico professionale, potrebbe sicuramente far sorgere dubbi al cittadino più ingenuo e benpensante, visti i tempi attuali. Un saluto.
Gianni Salvati,ex consigliere comunale di S.Agnello
pasquale
non parliamo di condoni! Ormai attaccate il sindaco anche professionalmente. la soluzione dei condoni non è qualcosa sorta in questi 5 anni o meglio 4 anni e mezzo, (ma tu Salvati dovresti sapere) che si parla di condoni per gli anni 80 e 90, e quante legislature sono passate e in mano a quanti sindaci?
Peppe
E lo stesso cittadino benpensante cosa deve pensare di una persona che occupa un posto in una commissione tecnica che con il proprio mestiere non c’entra nulla? E la tanto richiesta autocritica, voi la fate? il mestiere di medico è compatibile con la politica locale che spesso assume caratteri clientelari?
Sia chiaro io non patteggio per nessuno. Eviterei di andare a votare se servisse ad annullare elezioni e candidati.