Il Governo vara un decreto contro “cemento selvaggio”
Le contraddizioni della politica italiana: ieri abbiamo riferito del disegno di legge che la Regione Campania si appresta ad approvare – il 18 settembre – con l’intento di modificare il PUT (piano urbanistico territoriale) dando praticamente il via libera all’assalto definitivo al territorio, manna del cielo per speculatori e cementificatori che nel Put hanno sempre individuato l’ostacolo principe per realizzare le loro colate di cemento negli angoli più suggestivi del territorio costiero. Sempre ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che dice stop al cemento selvaggio per tutelare l’ulteriore sacrificio di aree verdi e agricole e preservare il territorio dall’ulteriore inevitabile depauperamento con catostrofiche conseguenze sul piano dell’assetto idrogeologico.
Un disegno di legge, quello della Regione Campania, che rischia di entrare immediatamente in conflitto con quello del Governo proposto dal Ministro Mario Catania visto che proprio le Regioni dovranno redigere la mappa delle aree vincolate. Insomma il tentativo posto sistematicamente in essere dalla classe politica campana di sanare con un colpo di spugna decine di migliaia di abusi edili che tanti danni hanno prodotto alla risorsa principe della regione, appunto il suo territorio, può trovare un nuovo, miracoloso ostacolo in questo provvedimento del Governo. La corsa a cancellare il Put in effetti è partita già durante la gestione della Regione da parte dell’ex Presidente Antonio Bassolino per esplicarsi con tutta la sua forza nella stagione elettorale di questi ultimi cinque anni con i reiterati tentativi intrapresi dal centro-destra di promuovere una mega sanatoria dell’abusvismo edilizio in vista delle elezioni nazionali del 2013, un taccosana per fare incetta di voti. A farne le spese sono, ancora una volta, gli interessi generali e un territorio che, ai primi acquazzoni, frana ovunque, si allaga a conferma della mancanza di sensibilità e conseguente attenzione a tutelare il nostro principale patrimonio naturale.