Anna Iaccarino: riflettiamo e soprattutto agiamo!

In riferimento all’intervento di Nicola Caso registriamo e pubblichiamo l’opinione di Anna Iaccarino consigliere comunale a Piano di Sorrento

di Anna Iaccarino

Quanto legittimo sconforto emerge da queste parole, uno sconforto che comprende pienamente solo chi ha ricevuto questo tipo di porte in faccia! Faccio parte di una associazione che SENZA ALCUN TORNACONTO ECONOMICO (anzi!) ogni anno organizza una manifestazione ludica che coinvolge tutte le fasce d’età alimentando lo spirito di aggregazione e quello di sana competitività. Ogni anno si lotta per cercare sostegno economico e logistico; ogni anno tante porte si chiudono sempre con gli stessi ritornelli: “non ci sono soldi”; “è troppo tardi ed abbiamo impegnato tutte le risorse” oppure “è troppo presto riparliamone più in là (quando però sarà troppo tardi!)”; “non siamo interessati, abbiamo in mente altro…(e spesso si ha in mente quella gestione di cultura e collettività a cui fa riferimento Nicola)”.

Lo scoramento è tanto che alla fine si pensa che sarebbe meglio lasciar stare, che sarebbe meglio interessarsi al NIENTE, ma poi? poi sopraggiunge quella voglia di non arrendersi, quella voglia che ti rende più forte delle porte chiuse in faccia, dei NO e del rancore verso chi PRENDE MOLTO PIU’ DI QUANTO RENDE, quella voglia che si alimenta con l’affetto dei partecipanti e che ti induce comunque a continuare. Quest’anno non sappiamo ancora come andrà a finire, sappiamo solo che quella VOGLIA è già parte di noi e spero che continui ad essere anche parte di NICOLA!
Le sue parole però dicono molto altro, aprono uno squarcio sulla attenzione ai giovani che deve indurci a riflettere: qualche giorno fa, discutevo sul disagio giovanile sostenendo che AVREI PIACERE CHE SI PUNTASSE, ANCHE A LIVELLO POLITICO, A PREVENIRLO OLTRE CHE A CURARLO. Ecco, sono dell’idea che la politica debba lottare per il PREVENIRE i disagi prima che per CURARNE gli effetti! Dobbiamo interrogarci su cosa viene fatto per i giovani prima che arrivino a vivere il disagio, chiediamoci cosa facciamo per valorizzare le loro inclinazioni e per fornirgli l’alternativa a certe “scelte di comodo”; chiediamoci quanto CONCRETAMENTE investiamo per loro; chiediamoci cosa facciamo per garantire la MERITOCRAZIA e per stimolare la loro voglia di realizzarsi nel lavoro come nella società; chiediamoci quanto sia importante non far passare qualsiasi comportamento o atteggiamento come lecito o giustificato sol perchè NON SIAMO IN GRADO DI DARE QUELLO CHE UNA VOLTA SI CHIAMAVA IL GIUSTO ESEMPIO e non abbiamo la forza di dire chiaramente cosa è permesso e cosa è sbagliato. Prima di invocare la psicoanalisi o di gridare alle piaghe sociali INTERROGHIAMOCI, RIFLETTIAMO E, soprattutto, AGIAMO…