Turismo, Rosario Fiorentino replica a Federalberghi e attacca la Chiesa
SORRENTO – E’ duro l’intervento di replica di Rosario Fiorentino alla Federalberghi. Pubblichiamo il testo integrale della sua dichiarazione destinata ad riaccendere un dibattito sul tema turismo e lavoro in Penisola Sorrentina. “Non un solo euro deve essere dato se non si ritorna a dare dignità ai lavoratori stagionali del turismo non si garantiscono i periodi di lavoro e di reddito e non si indebolisce l’offerta turistica con l’eliminazione di servizi e di declassamento della classificazione alberghiera e si eliminano decine e decine di posti di lavoro.
Le recenti dichiarazioni del presidente della Federalberghi ci lasciano stupiti. Nemmeno due mesi sono trascorsi da quando si rifiutava di discutere i problemi occupazionali e la crisi che si intravedeva. Si rispondeva duro al sindacato ma anche al sindaco della nostra città rifiutandosi di sedersi ad un tavolo di incontro o di concertazione per lavorare insieme per il da farsi. L’unica condizione che ponevano i sindacati di base era ridare la dignità. Nessuna rivoluzione e o rovesciamento di modelli organizzativi ma più semplicemente rispettare la legge e il contratto di categoria.
Oggi c’è un appello sui giornali rivolto alle istituzioni in cui mentre i lavoratori vengono licenziati, gli esodati non riescono ad avere la pensione né un lavoro mentre diversi imprenditori turistici hanno costantemente beneficiato di fondi pubblici e non per prima costruire e poi ristrutturare e ammodernare gli impianti. Dalla Cassa del Mezzogiorno ai fondi regionali alle leggi di incentivi della 488 alla recente richiesta di 100 milioni di euro o quella più modesta di decine di milioni. Bisogna creare un nesso stretto e forte tra eventuali erogazione di fondi pubblici ed il lavoro – periodi e garanzie alla riassunzione – Rendere pubblici gli organici delle singole aziende alberghiere e del turismo che ricevono fondi pubblici degli ultimi 10 anni sia per capire la consistenza delle riduzioni effettuate sia il tipo di processo di riorganizzazione aziendale effettuate. E soprattutto sapere il piano preventivo di occupazione aggiuntiva e dei relativi periodi occupazionali. Quest’anno la crisi ha lasciato per strada almeno fino ad oggi centinai di dipendenti stagionali che attendono di essere richiamati al lavoro e poter almeno lavorare sei mesi per poter poi beneficiare dell’indennità di disoccupazione.
Diritti sempre più compromessi e salari sempre più di fame e di miseria ed in queste condizioni un gruppo di lavoratori ha ritenuto di riprendere in mano la bandiera del lavoro e sventolarla per una nuova primavera anche nella nostra penisola sorrentina non solo di stagione ma anche dei diritti. – Il sindacato di base fa appello ai lavoratori, ai giovani e pensionati di una attiva partecipazione alla giornata di mobilitazione generale fissata per il prossimo 22 giugno non solo contro il Governo ma anche contro quella parte imprenditoriale per mandare a dire alla Federalberghi che i diritti non si svendono e nessun sindacato può barattare la dignità delle persone. Oggi però abbiamo anche la presenza della Chiesa con il Suo nuovo pastore. Auspichiamo che la chiesa degli oppressi e degli ultimi ritorni ad essere l’azione quotidiana nei confronti delle Istituzioni e degli imprenditori. Basta il silenzio che la voce degli emarginati sia nell’agenda del nuovo Sorrento è più debole. Resta una città piena di risorse umane e di intelligenze capace di rialzarsi dallo stato di sofferenza e di crisi in cui nonostante proclami e dati letti con superficialità, ormai, versa da alcuni anni ed oggi gli imprenditori lo dichiarono solo per chiedere finanziamenti pubblici
I dati allarmanti della disoccupazione in generale con una forte riduzione dei periodi di lavoro e del reddito dei dipendenti stagionali del turismo ed in modo particolare di quella giovanile inducono tutti ad atti di responsabilità, rigore e sobrietà.
Nel mondo del lavoro peninsulare c’è tanta amarezza e preoccupazione per l’andamento generale dell’economia e delle condizioni di vita e di reddito di migliaia di famiglie. Ormai gli stipendi dei dipendenti sono fermi da anni e mentre prima si lavorava sette otto mesi all’anno ormai si raggiungono appena i sei mesi di assicurazione fruendo anche del monte ferie e permessi retribuiti al punto tale che a fine anno ogni dipendente rispetto al CUD di alcuni anni fa ha una riduzione secca del proprio reddito di duemila euro all’anno. Se a tale precarietà si aggiunge che non c’è certezza sulla riassunzione in servizio per la logica del mercato che ha di fatto imposta ad alcune aziende di chiudere sala e cucina e ad altre di effettuare delle riduzioni di organico anche se graduali si comprende il grido di allarme lanciato dai sindacati CUB CISAL e CGIL. I dati sono pubblici basta leggerli al locale ufficio di Collocamento di Sorrento per capire il livello.
Si è di fronte ad una situazione che desta forte allarme sociale sempre di più e se quest’anno alla fine della stagione possiamo dire di avercela fatta e di aver tutto sommato cercato di contenere la macelleria sociale avviata da tempo in uno con le ripetute manovre governative ,l’anno 2013 non darà alibi e giustificazioni a nessuno ed in special modo a chi dirige la potente categoria degli imprenditori del turismo.
Gli scenari socio-economico peggiorano se si guarda al piccolo commercio con la chiusura di decine e decine di attività, i dati dei prelievi bancari per resistere e far fronte alla crisi, ai finanziamenti richiesti e poi non rispettati per ristrutturare l’ufficio o la propria casa o sostituire l’auto o ancora più semplicemente per mantenere i propri figli all’università o pagare i condoni edilizi.
Infine e non per importanza l’azione pesante e demolitoria di equitalia in uno con l’INPS che chiede, pretende ed aziona la propria macchina infernale di recupero di sommo a prescindere da tutto e dalla possibilità o meno di poter onorare un debito o una rata non pagata.
Gli scenari che si presentano a migliaia di famiglie con il mercato quasi fosse un DIO lasciano ad amare
– il prestigio che deve avere una classe dirigente di una città internazionale come Sorrento.;
– i buoni propositi del sindaco alla fine non sono serviti a nulla con gli imprenditori di fatto hanno messo in serie difficoltà il sindaco e il suo ruolo di primo cittadino;
– il futuro a medio termine di una crisi che sta scavando nel profondo della nostra comunità al punto di far apparire Sorrento come un gigante si ma con i piedi di argilla;
– la miseria, l’indigenza e la povertà che attacca sempre più nuclei familiari con una CHIESA silenziosa e colpevole di non schierarsi con gli ultimi e gli umili;
– i lavoratori ancora una volta devono poter rialzarsi e riconquistare spazi di relazione sindacale e di confronto sereno e produttivo con i dirigenti e rappresentanti degli imprenditori che almeno taluni di loro devono sapere che quando chiedono dei finanziamenti allo Stato o alla regione Campania uno degli obblighi e l’applicazione del contratto collettivo di lavoro e la salvaguardia ed in alcuni casi l’aumento dei livelli e dei periodi occupazionali. Sappiano che da tempo una decina di aziende hanno inoltrato richiesta di benefici alla Regione Campania e un altro progetto di finanziamento alla Stato di rilevante dimensioni di 100 milioni di euro sta all’esame del TAR per inconvenienti tecnici .Tutto questo fiume di denaro che si auspica arrivi presto, deve poter dare risposta ai temi del lavoro e dei diritti degli stagionali contro qualsiasi logica di arroganza e prepotenza o di autosufficenza che si legge purtroppo in taluni comportamenti.
– In ogni caso solo la lotta e l’iniziativa politica e sindacale potrà poi dirci come finirà