Salvati sull’Unione dei Comuni della Penisola Sorrentina
di Gianni Salvati*
Caro Direttore, ho letto l’intervento della coordinatrice del Pd della Penisola Sorrentina, Stefania Astarita sulla costituzione dell’Unione dei Comuni, uscito oggi sull’Agora e desidero esprimere la mia opinione in merito. Condivido quasi tutte le riflessioni dell’Astarita (pur avendo seguito un percorso politico opposto), che non conosco di persona, ma di cui ho sentito parlare nelle cronache politiche della penisola sorrentina. Non mi dilungherò quindi nel ripeterle ma un concetto però lo vorrei chiarire a scanso di equivoci e riguarda il mio scetticismo sul funzionamento di questo organismo, qualora venisse costituito, con le modalità auspicate dall’Astarita e riguardanti i coinvolgimenti dei consigli comunali e dei cittadini.
In altre realtà non peninsulari, può darsi che tali organismi funzionino e servano davvero di ausilio ed integrazione alle popolazioni che rappresentano ma circa vent’anni quasi di presenza in consiglio comunale e di politica più in generale mi hanno di fatto convinto che il primo e più grande ostacolo al funzionamento di quest’organismo, potrebbe essere la mentalità di campanilismo esasperata, esistente tra i nostri Comuni, anche se all’apparenza non sembra così sviluppata. Non so a quante riunioni ho partecipato in questi anni, occupandomi di vari settori comunali di S.Agnello come l’ambiente, la viabilità, i servizi sociali, ecc.ecc. Ebbene tranne rare eccezioni, come il piano sociale di zona (da cui, tra l’altro, alcuni Comuni peninsulari sono usciti o ne vogliono uscire!) discutiamo da anni, inutilmente, del destino e della convenienza di avere un piano traffico comune da Vico Equense a Massa Lubrense o di un’unica ditta di raccolta e spazzamento di rifiuti(mentre attualmente ve ne sono ben tre da Vico a Massa Lubrense), per non parlare poi dell’Ente Arips, che non si capisce bene a che cosa serva più, visto che non esercita più le sue funzioni nel campo idrico, per il quale era stato costituito. Ricordo, per esperienza, quando si doveva costituire un’unica, grande isola ecologica per la penisola sorrentina, come prevedeva la legge. Ebbene ogni delegato comunale voleva realizzarla nei Comuni limitrofi ma non nel proprio, come poi è stato fatto, quando si è constatata la difficoltà di ragionare tutti insieme. Forse io sarei più per un Comune unico che per l’Unione dei Comuni, ma mi rendo conto che una cosa del genere sarebbe contestata sul nascere, proprio per questa esasperata mentalità campanilistica e comunque andrebbe discussa e metabolizzata nel tempo. Queste, caro direttore, le mie brevi, personali riflessioni che non vogliono essere di critica ad un nascente organismo ma che, sicuramente, esprimono una preoccupazione reale, visto che poi i costi della politica ,li deve sempre pagare il cittadino!
*consigliere comunale di S.Agnello