Ma a che (e a chi) serve il distributore di pizze al parcheggio Lauro?
Neanche una settimana fa si è svolta a Sorrento la “Borsa Valori del Territorio“ che ha esaltato i prodotti della penisola e l’arte di chi, dalla terra alla tavola, trasforma questi prodotti in leccornie da leccarsi i baffi, animando un’attività ristoratrice per la quale la Penisola Sorrentina vanta un primato assoluto in Campania e una notorietà nazionale e internazionale grazie anche all’opera di Chef stellati e di tanti altri che quotidianamente operano in modo eccellente al servizio del consumatore. Il progetto approvato dall’Amministrazione Comunale di installare, nel parcheggio Lauro, un distributore automatico di pizze rappresenta una contraddizione inconcepibile rispetto ai valori cui si fa riferimento in questi e tanti altri convegni, perchè industrializza l’offerta di un piatto tipico di quest’area concorrendo a snaturarne l’identità legata anche alla mano e alla maestria dei nostri pizzaioli. In un momento di crisi come quello che si sta vivendo nel nostro Paese e di cui risentono sicuramente anche i ristoratori sorrentini e peninsulari, quest’idea ci appare assolutamente inconcepibile e richiederebbe la rivolta della categoria. Dopo il primo distributore ne verranno altri installati in qualsiasi contesto pubblico, col risultato di mettere fuori dal mercato la tradizionale offerta ristorativa, svilire la qualità del prodotto e inevitabilmente creare nuova disoccupazione, tutto a scapito dell‘identità gastronomica peninsulare. Di pizze a gettone la Penisola Sorrentina può, anzi deve fare a meno se si intende trasformare sempre di più l’offerta gastronomica in un valore economico a forte attrazione turistica. Ecco perchè questo è un progetto da “bocciare“, senza se e senza ma, perchè anche ai nostri turisti (ma chiunque potrà approviggionarsi di pizza al distributore automatico) la pizza va servita in un contesto e non con una macchinetta che possono trovare in qualsiasi parte del mondo. Ci auguriamo che su questa brutta storia anche i tanti operatori dell’informazione gastronomica ne comprendano i rischi e sappiano rilanciare l’allarme per le conseguenze che ne possono derivare al buon nome ristorativo della Costiera dei Sapori …che furono! ViC
6 commenti
poveri noi
Questa è la sintesi delle capacità di questa amministrazione! Dopo la distruzione dell’ambiente fanno un primo piccolo passo anche sull’economia. Ci aspettiamo a questo punto anche il distributore di limoncello, ed i giri in carrozzella con i cavalli virtuali.
Andate a casa, tutti!
De Vita Eduardo
E’ avvilente constatare come le Amministrazioni stiano distruggendo le sole risorse su cui puntare per una ripresa economica e per la vivibilità peninsulare. Questo è un ulteriore passaggio connesso all’incapacità di attirare turismo di qualità, ove mai fosse possibile mettere riparo a scelte suicide degli anni passati. Sconcerta il fatto che le attività commerciali non contino niente nelle scelte delle Amministrazioni e che tutto sia sacrificato alle esigenze di albergatori senza scrupoli ai quali importa riempire solo camere di albergo anche a basso prezzo, svendendo, come ormai accade da tempo, il marchio Sorrento. Evidentemente devono raccogliere i frutti anche di ampliamenti ricettivi realizzati abusivamente danneggiando il patrimonio pubblico di territorio, ambiente e vivibilità.
Turismo non è vedere orde fameliche di persone che si aggirano per le strade e per i vicoli alla ricerca di qualcosa da mangiare o da comprare come souvenirs a bassissimo prezzo.E turismo non è neppure vedere decine e decine di bus che circolano continuamente in penisola creando caos, inquinando e distruggendo la vivibilità.
Tutte le eccellenze sono distrutte e concordo pienamente con quanto scritto da “poveri noi”…..tutti a casa questi Amministratori, non solo inutili, ma purtroppo, anche DANNOSI…..
antonio
Scusate ma perche vi lamentate di un distributore quando i commercianti devono combattere ogni settimana contro il MERCATO ??????????
Gianluigi
Salve,
senza entrare nel merito dell’attività comunale credo che il vostro allarmismo sia eccessivo. Non so quale distributore di pizza sarà installato in quel parcheggio, in quanto ce ne sono diversi in commercio, ma penso che l’operazione vada interpretata separandola dal vostro timore di “mettere fuori dal mercato la tradizionale offerta ristorativa”.
Il distributore automatico di pizza è una cosa assolutamente diversa. Ve lo dico perché sono un consulente del mondo del vending e qua al nord ne vedo installati diversi, anche in zone ad alta densità turistica come Venezia, il centro di città come Vicenza, Verona, aeroporti, ecc.
Il turista continuerà a scegliere la pizza abilmente creata dai maestri pizzaioli napoletani, di certo non credo che si metterà seduto davanti ad un parcheggio a consumare una pizza. Quello dei distributori di pizza anzi è un servizio che qualsiasi pizzeria dovrebbe avere al proprio esterno per soddisfare la voglia dei tanti ragazzi e “nottambuli” a cui viene fame evitando loro di rivolgersi ai c.d. “kebabbari”!
Vi consiglio qui un sito di queste c.d. pizzerie automatiche http://www.ipsh24.com/
Rosario Fiorentino
La questione non è se il privato investe per tale iniziativa ma per il modo come il Comune che spende soldi per la qualità dei prodotti tipici e della gastronomia che poi cerca di guadagnare qualche spicciolo con il distributore automatico di pizze. Insomma non si può .
Politica in Penisola
Non è questione di “vil danaro”, ma non è pensabile che qualunque idea passi per la mente a un imprenditore, ancorchè la stessa confligga in modo stridente con gli interessi superiori del territorio che sull’offerta gastronomica pensa di consolidarci la propria immagine, questa debba concretizzarsi con la benedizione del Comune. Dopo il primo di distributori automatici ne verranno gli altri, come è avvenuto nelle scuole dove da un lato si predica di voler proporre aranciate nostrane e bontà genuine, dall’altra si offrono agli studenti distributori di bibite e di alimenti dannosi per la sana e corretta alimentazione. E’ quest’ipocrisia che toglie credito a chi predica, ma non pratica. Se il Comune ha bisogno di guadagnarci qualcosa per impingure le proprie casse può ricorrere ad altri stratagemmi. Una volta installati, questi distributori, farebebro di Sorrento e inevitabilmente della Costiera la terra della “pizza fast food” alla faccia del buon nome, delle tradizioni e degli ambasciatori stellati!