Sorrento

Anche a Sorrento un circolo della “decrescita felice”

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di Mariella Nica

Nasce anche a Sorrento il circolo per la “Decrescita felice”. Nei giorni scorsi, un gruppo di cittadini ha infatti “tenuto a battesimo” la sezione territoriale della costiera sorrentina, ottenendo il riconoscimento da parte del movimento nazionale, fondato da Maurizio Pallante, già insegnante e oggi saggista ed esperto di politiche energetiche e tecnologie ambientali. Chiari gli obiettivi: perseguire un nuovo paradigma culturale basato sull’ottimizzazione dei beni, attraverso una rivisitazione dell’attuale scala dei valori. E per farlo, la sezione sorrentina si impegna, innanzitutto, a trasmettere, sul piano formativo, la filosofia del movimento. 

Movimento che parte dal presupposto che la correlazione fra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva: sono assai frequenti i casi in cui a un aumento del Pil non si riscontra anche un aumento della qualità della vita, anzi si rileva l’effetto opposto. Questo perché il Pil è calcolato sulla base del valore monetario delle merci (ossia i prodotti che si possono scambiare col denaro) e non dei beni (gli scambi di tipo non mercantile). Il concetto di bene e il concetto di merce, infatti, non sono equivalenti: non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni. Un esempio? I frutti dell’orto coltivati per il consumo familiare sono beni (più sani e quindi migliori di quelli che si trovano al supermercato), ma dato che non diventano oggetto di uno scambio di tipo mercantile, non sono merci. Pertanto, la decrescita indica la diminuzione della produzione di merci, non dei beni: anzi, può essere indotta da un aumento della produzione di beni non commerciabili, autoprodotti. “Per questo motivo”, spiega Maurizio Pallante, “la decrescita può diventare il fulcro di un nuovo paradigma culturale e un obiettivo politico se si realizza come una diminuzione della produzione di merci che non sono beni e un incremento della produzione di beni che non sono merci,  contribuendo a realizzare un miglioramento qualitativo della vita e dell’ecosistema in genere (i beni autoprodotti non inquinano e fanno aumentare il benessere proprio e della collettività). La decrescita è quindi definita “felice” perché, anteponendo alla crescita delle merci l’aumento di beni, la qualità ambientale, un uso più “ricco” e sereno del proprio tempo, può davvero contribuire a vivere più felicemente la propria vita, rinunciando al superfluo, ma conquistando un benessere maggiore attraverso la riscoperta dai valori fondamentali dell’esistenza e il conseguimento della giustizia sociale”.
Le prime iniziative del circolo della costiera sorrentina si stanno sviluppando all’Istituto comprensivo di Piano di Sorrento,  dove l’ingegnere Antonino Di Maio e la prof.ssa Mariella Nica, componenti del direttivo, hanno incontrato i ragazzi della classe Prima, sezione A, per introdurre l’argomento e realizzare uno spot sul tema “Decrescita felice”, che verrà presentato il 5 giugno nella cavea dell’Istituto stesso, durante il Tvplanet Show, manifestazione che celebrerà il 40° anniversario della giornata sull’ambiente (World Environment Day). Sul piano dell’intervento operativo, il circolo sorrentino ha già attivato una rete di agricoltori per realizzare un piccolo GAS (gruppo di acquisto solidale) e gli orti sociali che consentirebbero di produrre e consumare a “chilometro zero”, garantendo ai produttori e ai consumatori qualità dei prodotti e convenienza nel portare avanti un’attività sottopagata.
Non solo. Il presidente del circolo sorrentino, Alessandro Lauro, assieme a tutti i soci, ha messo in cantiere una serie di appuntamenti, da programmare sulle colline di Sorrento, per il periodo estivo, per attuare i laboratori del “saper fare” per ragazzi e adulti. Analoga iniziativa sta promuovendo Daniela Marrapese, altra componente del direttivo, da realizzare con la sezione del territorio di Pompei. Interessante, inoltre, l’idea da realizzare in autunno, in collaborazione col presidente del circolo napoletano della Decrescita felice, l’architetto Carla Majorano, che si è resa disponibile per tenere un corso pratico di orto sul balcone. Una serie di iniziative, insomma, per allargare la condivisione dei principi che sostengono il movimento, che si sintetizzano con le “cinque erre”: ridurre, riparare, riusare, riciclare, rallentare.

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