Il 25 Aprile e l’Italia nelle mani delle cosche…
Nel giorno del 25 Aprile che celebra i valori della Resistenza contro l’antifascismo su cui è nata ed abbiamo costruito la nostra Repubblica apprendiamo (per chi ancora ne avesse bisogno) che il Paese è stato, ma ancora in gran parte lo è nelle mani delle cosche mafiose promosse al rango istituzionale e di governo. Le motivazioni della sentenza sul Sen. Marcello Dell’Utri spazzano via il campo da ogni equivoco e dubbio (tranne che per i sodali dell’esponente berlusconiano) consentendoci di leggere una verità storico-giudiziaria che mafiosi e camorristi della peggior specie assurti ai vari livelli istituzionali vorrebbero nascondere o confondere agli occhi di un’opinione pubblica stressata oltre ogni misura dal malgoverno e dalla malapolitica che hanno distrutto il Paese sul piano morale e sociale, ancor prima che politico ed economico. Del resto quando Bossi sbraitava senza pudore contro il mafioso di Arcore galvanizzando il popolo leghista, non diceva altro che la verità, salvo poi farsi comprare da Berlusconi con i risultati, inevitabili, che ne sono derivati alla Lega da questa contaminazione, ma non senza aver prodotto anche danni devastanti al Paese. Essendo in gran parte ignoranti e presentuosi questi leghisti, da buoni barbari (come li ebbe felicemente a definire lo scrittore-giornalista Giampaolo Pansa nel suo “L’Anno dei Barbari – diario cattivo di come la crisi dei partiti ci ha regalato l’incognita leghista” – 1993) hanno fatto man bassa di tutto quello che gli è passato davanti e che Berlusconi gli ha consentito di fare per poter continuare a governare il paese insieme alla sua cosca. Oggi stiamo combattendo con le armi di una democrazia spuntata una nuova resistenza per liberarci, per ora senza scorrimento di sangue (tranne quello dei suicidi che vanno tutti in carico alle coscienze di questi mafiosi e dei loro referenti dai colletti bianchi) di questi invasori, di questi nemici dell’Italia che non hanno intenzione alcuna di sloggiare con le buone e che, forti di occupare posti chiave di comando nel Paese, stanno conducendo la loro specialissima resistenza contro il Popolo italiano: continuare la scorpacciata ai danni dell’Italia e degli Italiani. Ora bisogna vedere quale di queste due opposte resistenze avrà la meglio in questa guerra giocata con le armi degli anni duemila! Poichè le cosche contaminano progressivamente ogni territorio è chiaro che anche la Penisola Sorrentina non è zona franca da questi rischi: tant’è che questi personaggi, mafiosi e camorristi, hanno consuetudine e familiarità col territorio costiero e non solo per legami politici di cui c’è pure chi si fa vanto! Oggi perciò celebriamo la resistenza antifascista come l’abbiamo imparata a conoscere sui banchi di scuola, sapendo che la nostra insipienza, e spessoa strafottenza, di cittadini ci costringe a dover combattere una nuova guerra di libertà!