Gioco d’azzardo, interviene anche l’On. Antonio Palagiano (IdV)
ROMA – La costante e tenace iniziativa posta in essere dal Sen. Raffaele Lauro nella lotta al gioco d’azzardo e a tutte le varie forme di giochi ha fatto breccia nel Parlamento dove cominciano a registrarsi interventi e prese di posizione sul problema da parte anche di altri esponenti politici, sia di centro-destra sia di centro-sinistra. E’ il caso del parlamentare dell’Italia dei Valori responsabile del settore sanità del partito, l’On. Antonio Palagiano, che ha pubblicato il seguente post sul proprio sito. “Ieri mattina, in Commissione Affari Sociali alla Camera, si è svolta un’audizione sul fenomeno del gioco d’azzardo. L’Italia dei Valori, proprio nel corso di questa legislatura, ha presentato, nei due rami del Parlamento, un disegno di legge che si propone di modificare la disciplina sulle concessioni e le licenze in materia di giochi e scommesse, al fine di annullare il divario tra le esigenze di difesa dell’ordine pubblico e il massiccio ricorso da parte dello Stato al settore del gioco“. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il gioco d’azzardo compulsivo è una forma morbosa chiaramente identificata e assimilabile ad un’autentica malattia sociale. In Italia il fenomeno è in pericoloso aumento, proprio in questo momento di difficoltà delle nostre famiglie, ed è spesso causa di vere e proprie tragedie. Si tratta di un business che produce una pericolosa dipendenza – al pari delle droghe, dell’alcool e del tabacco – che colpisce le persone più fragili e più povere, in genere quelle meno scolarizzate che, attraverso il gioco, cercano la realizzazione di un sogno. Nel nostro Paese il fatturato del gioco d’azzardo ammonta a circa 54 miliardi di euro l’anno, contro i 17 della Spagna e i 19 della Francia. Secondo l’Eurispes il 69% della nostra popolazione, nell’ultimo anno, ha tentato almeno una volta la fortuna entrando in una sala da gioco. Una percentuale impressionante se la si paragona alla media degli altri paesi. Il triste primato spetta al Lazio e alla Campania, dove la spesa pro-capite per il gioco ammonta circa 1900 euro, mentre è la Lombardia la regione in cui si gioca di più: sono 700mila i giocatori d’azzardo della regione e 1400 le persone in cura per la “malattia del gioco”. Un dato inquietante, se si considera che in un momento di recessione, come quello che viviamo, assistiamo a un aumento esponenziale del gioco d’azzardo: slot machine, gratta e vinci, bingo, enalotto, superenalotto, videopoker, ecc.
Gli italiani nel 2010 hanno speso 12 miliardi di euro col solo gratta e vinci e secondo il CNR l’11% dei ragazzini che gioca d’azzardo rischia di diventare uno scommettitore patologico. Nonostante i rischi di tragedie, lo Stato italiano ignora deliberatamente il problema, anzi con la manovra finanziaria del 2009 ha aiutato la lobby – spesso, criminalità organizzata – che detiene il mercato delle macchinette mangiasoldi, detassando gli utili: nel 2005 la tassazione era del 29%, nel 2011 è stata ridotta all’11% – secondo il concetto del più incassi, meno paghi. Un paradosso: questo è l’unico settore in cui il precedente governo ha abbassato le tasse. Qualcuno sospetta che la lobby delle slot machine sia entrata in Parlamento”.