Lauro (PdL): “benefit ai presidenti delle Camere cessino a fine incarico”
Ce l’aspettavamo un comunicato del Sen. Raffaele Lauro (PdL) sulla vicenda dei benefit prolungati per dieci anni dalla cessazione della carica per gli ex presidenti di Camera e Senato, provvedimento che suona come l’ennesima beffa del mondo politico ai danni dei cittadini. A sentirsi un po’ beffato però è anche il Sen. Lauro che pure su questo tema ha ingaggiato un braccio di ferro in sede parlamentare per far coincidere la fine dei privilegi con la fine dell’impegno parlamentare. Cioè come dovrebbe avvenire in una qualsiasi democrazia che funziona e soprattutto trasparente. Ecco la dichiarazione di Lauro: “I benefit vitalizi (auto, uffici e personale), privilegi residuali di una casta al tramonto, degli ex presidenti di Camera e Senato dovrebbero cessare, per tutti, a conclusione dell’incarico e, da subito, per chi ancora ne gode. La decisione di limitarli a soli (sic!) dieci anni, dopo la cessazione dell’incarico, appare incoerente, contraddittoria e, in definitiva, una presa in giro per l’opinione pubblica e per i cittadini. Un compromesso all’italiana! Provocatorio, poi, diventa fare passare, con la complicità di una parte della stampa, questa riduzione a dieci anni come un sacrificio imposto, in nome della trasparenza e dell’austerità, alle autorevoli personalità interessate. Gli ex-presidenti si sottraggano a questa contraddizione e vi rinunzino spontaneamente. Questo sì sarebbe un esempio da esaltare!” E’ pensabile che, per esempio, la ivetti, un’opinionista (?) televisiva che è stata presidente della Camera dei Deputati a 33 anni (fino al ’96) continui a mantenere: auto di servizio, ufficio a Palazzo Giustiniani per sè e per i suoi collaboratori, staff composto a sua totale discrezione oltre al vitalizio parlamentare maturato. Poi la TV di Stato per la quale paghiamo il canone la propone, lautamente pagata, come ospite nelle più svariate trasmissioni e la Pivetti era una Leghista che voleva separare l’Italia e soffocare Roma ladrona. E’ solo l’esempio, più eclatante, di una casta che sopravvive, tutela i propri interessi e quelli delle consorterie affini e che non si autoriformerà mai con le regole della democrazia, ma solo con la forza di un popolo esasperato che si fa giustizia da solo!