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Provincia sott’accusa per l’aumento della Tarsu

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In tutti i Comuni, e per quanto ci riguarda in quelli dell’area sorrentina, gli amministratori locali sono alle prese con la messa a punto dei bilanci previsionali per l’esercizio finanziario 2011 che dovranno essere approvati entro il 30 giugno, con un enorme ritardo determinato dai tempi imposti dal Governo in rapporto alla finanziaria e alla tornata elettorale amministrativa. Ebbene tutti gli Amministratori locali – come lo dimostrano anche gli interventi che abbiamo sin qui registrato – sono alle prese con il complesso esercizio di far quadrare i conti, di non aggravare gli oneri a carico dei cittadini per quella che è diventata la voce di spesa più pesante per qualsiasi ente locale: il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Si sono dovuti applicare aumenti tariffari a fronte dell’accresciuto costo delle discariche e del servizio in generale che, in una realtà come quella della Penisola Sorrentina dove si eccelle per la raccolta differenziata porta a porta, sono però inconcepibili. Subito è apparso chiaro agli addetti ai lavori che, a dispetto degli equilibri sin qui garantiti, la decisione assunta dall’Amministrazione Provinciale di Napoli di aumentare il prelievo in proprio favore sui 92 comuni della provincia per questo balzello, c’è da fare i conti con una disastrosa gestione da parte della stessa Provincia della società Sapna che sovrintende al settore, vanta perdite ingentissime ed è l’ennesimo carrozzone creato dalla politica per tenere “mani in pasta“. “Il Mattino” in edicola dedica un servizio particolareggiato (a pag. 33) a questo problema che condiziona la vita e la programmazione degli enti locali e mortifica ulteriormente l’utenza che vive una situazione paradossale: a Napoli dove ormai è crisi cronica della raccolta e non si fa la differenziata i cittadini devono pagare cifre da capogiro, aumentate nonostante tutto per i motivi che abbiamo spiegato. In Penisola Sorrentina, una realtà che invece eccelle per la raccolta differenziata porta a porta con percentuali che, in qualche caso, raggiungono addirittura il 70% del servizio, anzicchè diminuire i costi lievitano e mortificano ancora di più le famiglie che scrupolosamente fanno la differenziata e le Amministrazioni locali. E’ giusto, come hanno chiesto i sindacati, far luce sulla gestione del servizio e della Sapna a livello provinciale perchè le centinaia di milioni di euro di crediti inesigibili e gli altrettanti in termini di costi di gestione cui sovrintende la Provincia meritano di essere attentamente analizzati. A questo punto, anzicchè assistere a ridicole messe in scena e strumentalizzazioni su questo problema, sarebbe opportuno che si facesse chiarezza e si assumessero coerenti posizioni a livello provinciale proprio da parte dei due rappresentanti che la Costiera ha in Giunta e in Consiglio provinciale. Con loro, Piergiorgio Sagristani e Raffaele Apreda, la Penisola potrebbe far sentire la propria voce e il proprio dissenso per una dissennata gestione che, tra l’altro, ha pesanti ripercussioni d’immagine sull’attività principale dell’area, quella turistica. Sarebbe opportuno che la conferenza dei Sindaci impegni i rappresentanti del territorio in Provincia in una forte iniziativa di trasparenza sulla gestione e di diversificazione della tariffazione in rapporto alle politiche poste in essere dai territori. Queste possono rivelarsi sinergie preziose per salvaguardare i legittimi interessi della Penisola Sorrentina che deve pur trovare un riscontro all’impegno e ai sacrifici che richiede a famiglie e imprese per salvaguardare questo territorio.

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