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Italia Futura: quanto ci costa la politica? Un’ email dove si può segnalare

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ROMA – La percezione di una politica debole e sempre più dequalificata accompagna in modo preoccupante il nostro tempo. Si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le grandi democrazie occidentali, ma in Italia si presenta in forme particolarmente acute e radicate. Sia chiaro. La politica, così come la democrazia, ha dei costi, anche elevati, a cui dovrebbero però corrispondere decisioni efficaci e servizi efficienti. Purtroppo non è così ed esiste un crescente problema di credibilità della politica, che appare asserragliata in un fortino, ridotta a una gigantesca impresa improduttiva incapace di stabilire un legame costruttivo con i cittadini, sempre più distanti dalle istituzioni e in preda a un sentimento di acuta disaffezione per la cosa pubblica. Proprio in questo vuoto di autorevolezza e di disimpegno si sono fatti largo i linguaggi e i contenuti dell’antipolitica. Essa ha svolto un ruolo preponderante negli ultimi vent’anni seguendo la deriva populistica e plebiscitaria del nostro sistema che appare incapace di affrontare e risolvere gli autentici problemi dell’Italia. Per provare a sconfiggere l’antipolitica, l’unica strada percorribile è quella di contribuire a risanare la politica perché solo la moneta buona è in grado di scacciare quella cattiva. Al di là della polemica qualunquistica e in fondo elitaria contro la casta, crediamo che il tema dei costi della politica costituisca attualmente una delle principali ragioni della crisi di credibilità dei partiti in Italia, il sintomo di una loro debolezza intrinseca e non già l’espressione di una qualche autorevolezza. Una recente indagine della Uil ha rilevato che il costo complessivo delle istituzioni (Parlamento, organi costituzionali, Regioni, Province, Comuni) ha oggi superato i 4,6 miliardi di euro annui. Il Parlamento costa un miliardo e mezzo, un miliardo è speso per garantire il funzionamento dei 21 consigli regionali e delle relative giunte, 459 milioni di euro sono impiegati nell’attività dei consigli provinciali. Gli oltre ottomila comuni italiani incidono sull’erario pubblico per oltre un miliardo e mezzo di euro l’anno. Sempre secondo le stime del sindacato, oltre un milione di individui vive in Italia direttamente o indirettamente di politica tra parlamentari, ministri, amministratori locali e consulenti. Sono troppi soldi e troppe persone se paragonati agli standard europei e un confronto comparativo con gli altri paesi del continente rappresenta un’esigenza ineludibile per stabilire un livello medio di spesa cui ispirarsi. I campi dove intervenire sforbiciando per ridurre gli sprechi sono molteplici: si potrebbe razionalizzare il funzionamento delle Province, che questo governo aveva promesso in campagna elettorale di abolire ma è stato bloccato dal veto della Lega, diminuire il numero dei membri delle assemblee elettive a livello periferico e nazionale, accorpare funzioni per evitare doppioni amministrativi, ridurre il numero degli assessorati degli enti locali. Ciò produrrebbe un contenimento dei costi per i funzionari, i collaboratori, i segretari, nonché per l’utilizzo delle auto blu. Bisognerebbe anche agire sui consigli di amministrazione degli enti locali e sulle società miste legate ai Comuni, alle Province e alle Regioni che spesso funzionano come «discariche» per i politici sconfitti alle elezioni e agiscono come un vero e proprio contropotere in grado di condizionare la vita stessa dei partiti e la normale dialettica democratica. I parlamentari per primi si rendono conto di questo problema e, nel corso di quest’ultima legislatura, hanno presentato una serie di proposte di legge di diversa provenienza che, però, sono rimaste finora tutte lettera morta. Ciò rivela che le possibilità di autoriforma della politica hanno difficoltà a esprimersi autonomamente all’interno di una normale dialettica parlamentare ed è necessario un crescente impulso proveniente dalla società civile.

Per tutte queste ragioni Italia Futura ha deciso di istituire un Osservatorio sui costi della politica. Ci proponiamo di mettere in rete denunce concernenti gli sprechi e il malfunzionamento dei pubblici poteri, ma anche di segnalare esempi virtuosi che possano indicare la strada del risanamento. Contiamo di farlo anche raccogliendo le indicazioni provenienti dagli iscritti di Italia Futura nelle varie realtà locali e dagli utenti del sito che vorranno contribuire alla buona riuscita di questa iniziativa. Concentreremo la nostra attenzione sulle amministrazioni locali e sulle società a partecipazione pubblica perché il problema riguarda tutto il sistema istituzionale nel suo insieme e sarebbe sbagliato ridurlo al parlamento nazionale o ai vertici istituzionali oppure limitarlo a una sterile polemica sui privilegi dei parlamentari. Siamo convinti che l’attività politica richieda anzitutto sobrietà e che solo in questo modo la gestione della cosa pubblica potrà recuperare la propria dignità e rilanciare il suo prestigio, prevalendo sulla disaffezione, il qualunquismo e il disfattismo che oggi non solo costituiscono il peggiore pericolo per la qualità della nostra democrazia, ma impediscono all’Italia di ripartire come potrebbe, dovrebbe e merita

– I tagli che ancora attendiamo: ecco alcuni dei disegni di legge presentati in questa legislatura e mai approvati sulla riduzione dei costi della politica
– Partecipa anche tu all’osservatorio della politica. Segnala lo spreco più vicino a te scrivendo a quantocicosti@italiafutura.it

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