Da “Repubblica”: inchiesta sullo scempio della strada a Seiano
Pubblichiamo l’articolo a firma di Carlo Franco apparso oggi sulle pagine di Repubblica Napoli sullo scandalo della strada realizzata a Seiano.
Ecomostro a Vico Equense, scatta l’indagine.
La Procura di Torre Annunziata avvia gli accertamenti sullo scempio della strada di Seiano.
di Carlo Franco
Dopo la denuncia di “Repubblica”, i carabinieri di Sorrento hanno ricevuto dalla Procura di Torre Annunziata il mandato di svolgere accertamenti sul nuovo ecomostro della Costiera. Scontata dunque l’apertura di un fascicolo sulla strada in via di realizzazione a Seiano, che nei prossimi giorni potrebbe essere integrato con una ipotesi di reato. Intanto, contro il nuovo ecomostro si mobilitano gli ambientalisti. E non solo. «Nei patti è scritto che quella stradina doveva servire esclusivamente il cantiere del depuratore di Punta Gradelle. Al termine dei lavori (cioè tra qualche mese, ndr), quindi deve essere smantellata. Mi sorprende che si pensi di utilizzarla stabilmente. Anche perché non può svolgere nessun altro ruolo», ribadisce Catello Pasinetti, già funzionario della Soprintendenza a Sorrento e Vico Equense, Per il sindaco di Vico, Gennaro Cinque, quei 400 metri di strada «diventeranno la salvezza per il traffico della costiera», ma al primo cittadino replicano gli esponenti delle associazioni ambientaliste. «È storia vecchia ma ancora attualissima», ricorda Franco Cuomo, responsabile dei Verdi ambiente e società (Vas) perché «cominciò negli anni della giunta di centrosinistra guidata da Gennaro Savarese anche se prevedeva lo sbocco da tutt’altra parte, in via Fontanelle, comunque fortemente impattante per la grande delicatezza e rilevanza paesaggistica dei luoghi». La gravità della iniziativa è stata percepita anche dal Fai nazionale che ha salvato la baia di Ieranto preservandola dagli appetiti della speculazione. «Ho chiesto ai nostri referenti sorrentini di inviarmi una relazione dettagliata – ha detto il segretario generale Mario Magnifico – e valuteremo nei prossimi giorni le iniziative da intraprendere». Michele Bonuomo, segretario regionale di Legambiente, invece, si è immediatamente attivato perché la sua associazione ha già denunciato lo sconcio: «La pericolosità e l’inutilità di quella strada è già all’attenzione dell’autorità giudiziaria, ma rinnoveremo l’istanza, bisogna fermare, finché se ne ha il tempo, l’insano disegno speculativo che chiaramente si intravede». Il riferimento alle mire speculative che potrebbero essere innescate dalla minuscola bretella è evidente e anche in questo caso il dissenso dall’opi-nione del sindaco di Vico è totale. Secondo Cinque, «i proprietari dei suoli riceveranno solo danni dalla strada», ma questa tesi non regge alla prova della straordinarietà dell’impatto ambientale. Il responsabile di Italia Nostra, Massimo Maresca, si fa portavoce di una richiesta molto forte: «Chiediamo il ripristino dello stato dei luoghi quando l’impianto di Punta Gradelle sarà ultimato. Quella bretella, quando il cantiere del depuratore sarà completato, non ha più ragione d’essere». E Ignazio Esposito di Legambiente sorrentina, aggiunge: «Oltre al ripristino dello stato dei luoghi vorremmo che fosse rispettato anche l’impegno di utilizzare il materiale calcareo estratto durante lo scavo del cantiere per il ripascimento delle spiagge e per risanare le cave della costiera». Dal Wwf viene, infine, la proposta di vietare alle auto di scendere fino alla Marina di Seiano che solo in questo modo potrebbe essere salvata. «La nostra costiera», dice Claudio d’Esposito, «è l’unico territorio nel quale i problemi della mobilità si risolvono con una strada in più e una nuova cura di cemento, questo modo di fare è l’esatto contrario delle pratiche utilizzate altrove. Il rischio di creare un altro ecomostro è altissimo, guai ad alimentarlo». Il fiduciario del Wwf è particolarmente critico con il sindaco Cinque «che, ormai, non bada più al governo del territorio, ma fa il direttore dei cantieri che fa aprire. Si dimettesse allora e si facesse assumere come direttore dei lavori, solo così sarà possibile scongiurare la definitiva cementificazione del rivo d’Arco che alimenta l’ecosistema di Marina di Seiano, bellissimo ma estremamente fragile e già troppo violentato».