Sorrento

Fiorentino denuncia: “che delusione la celebrazione per i 150 anni a Sorrento”

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Rosario Fiorentino

SORRENTO – Il capogruppo consiliare di “Insieme per Sorrento”, Rosario Fiorentino interviene con questa dichiarazione sull’organizzazione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e critica l’operato dell’Amministrazione. “Mi permetto in punta di piedi di annotare due parole chiave del nostro risorgimento e nei festeggiamenti dei 150 anni per l’Unità d’Italia: Uguaglianza, Repubblica e Federalismo. Tre ideali legati a tre forti personalità del nostro risorgimento: Carlo Pisacane, Giuseppe Mazzini, e Carlo Cattaneo, tre pensieri fortemente attuali oggi più di prima anche nella nostra Sorrento.Tenterò per quanto mi è possibile di racchiudere in alcune brevi considerazioni il mio  modesto punto di vista. Nella storia come nella vita vi sono persone che agiscono per nobili ideali e valori e altre astute e ciniche che quasi sempre vincono. Gli utopisti spesso si trasformano in guerriglieri ovviamente per liberare i popoli dall’oppressione come Giuseppe Garibaldi, Ernesto che Guevara o gli eroi della lotta partigiana contro il nazifascismo. Tutti, personalità e movimenti collettivi, muovono verso questi obbiettivi. Ma permettetemi di dire la mia sul contributo che ha cercato di dare il Comune di Sorrento ai festeggiamenti pe i 150 anni dell’Unità d’Italia Si resta senza parole ascoltando i ragazzi e i genitori che hanno partecipato alla manifestazione. Delusione per l’inconsistenza e per la qualità delle proposte permeate da grande superficialità. I fatti di queste settimane e la mancata convocazione del Consiglio comunale appaiono eloquenti per capire il livello di attenzione su problematiche ed aspetti della vita comune dei cittadini dell’Italia intera. Ma qual è il legame tra queste notizie? Non hanno suscitato reazione alcuna. Nessuna personalità colta, pur moderata o conservatrice che abbia ritenuto di criticare e dire la propria. Un’opposizione quasi del tutto assente  o l’assenza della benchè minima iniziativa politica di denuncia se non di una stampa che cerca di fare un po’ di cronaca ma che tende ad evitare di disturbare il burattinaio e di eludere la critica al potere economico-politico. Giuseppe Mazzini ed il suo discorso sulla Repubblica: “…Date impulso agli interessi materiali: se un concetto morale non predomina governandoli, voi non farete probabilmente che accrescere più sempre le ricchezze dei pochi senza giovare la moltitudine…” Cose c’ di più attuale a fronte di ciò che il 7 marzo è stato a Sorrento? Nessun consigliere ha ritenuto i esternare una dichiarazione, una presa di distanza da tale indirizzo se non con  inutili e propagandistiche dichiarazioni, come quelle che si leggono talvolta sulla stampa locale. Silenzio assoluto. Ma che dire dell’indifferenza diffusa? Che razza di paese è la nostra città che sopporta tutto questo senza un gesto o una parola? Ma la cosa alquanto ridicola è che le poche persone che cercano di dire la propria vengono additati ed assaliti come vecchi signorotti della “politica passata” quasi che  i comportamenti dei ceti dominanti fossero la modernità e chi si oppone al conservazione. In questo paese dove si agirano profittatori e cortigiani le notizie finiscono per confondere e stordire, basta leggere l’intervento del Sindaco Giuseppe Cuomo apparsa sul settimanale Agorà del 15.01.2011 sui temi della Scuola V. Veneto, Piano casa, e ospedale unico. Cito il discorso di Carlo Pisacane sull’Uguaglianza: “…L’essere privi di nazionalità vuol dire che un elemento straniero debba, nella nostra patria, preponderare, ed in tal caso è indubitato che la libertà individuale verrà lesa.” Tale avvertimento appare come un’infausta previsione a fronte dei fatti di Sorrento. La mancanza di attenzione dell’amministrazione comunale per la celebrazione di un momento storico che, per quanto possa essere discutibile, rappresenta l’apice del senso di patriottismo e nazionalismo di un’intera popolazione, è stata segnata dall’assenza dell’amministrazione comunale e delle istituzioni locali, che nonostante la lodevole partecipazione massiccia di scuole e di tanti giovani studenti di ogni ordine e grado, maggiormente risaltava agli occhi a tutti i cittadini sorrentini permeati  dall’entusiasmo nutrito dalle istituzioni sovracomunali, a partire dal nostro Presidente. Un’assenza non fisica, ma istituzionale, evidenziata dalla mancanza del coordinamento dell’intera manifestazione, dalla mancanza dello spirito istituzionale. Non può accettarsi che l’organizzazione e la  realizzazione di una manifestazione, di un corteo celebrativo così importante, il cui dispiegarsi è stato promosso da mesi dalle più alte cariche dello Stato, sia affidata alla sola, per quanto ammirevole, organizzazione delle scuole, ormai le sole a nutrire i giovani dell’antico amor patrio.  Non è stata richiesta la partecipazione di  associazioni, civili e militari, o gruppi rappresentativi di tutti coloro che all’Unità d’Italia hanno partecipato. Ma la grave mancanza dell’amministrazione comunale è stata sottolineata dalla intollerabile mancanza dell’alzabandiera e dal totale silenzio del Sindaco, del primo cittadino che ha mancato di più con l’assenza della sua prolusione. Per quanto la storia dell’unità d’ italia possa contenere nell’ambito della sua particolare complessità profili di difficile condivisione, tuttavia non è accettabile che un sindaco nell’esercizio del suo incarico istituzionale, ufficiale di governo nel suo territorio, non rivolga ai cittadini un discorso di augurio e di gioia di far parte di una grande storia. “ Se non fossimo stati uniti saremmo stati spazzati via dalla storia”. Queste le parole di Napolitano che lanciate da Piazza del Quirinale son passate sulle labbra di ogni cittadino ma non sono riecheggiate a Sorrento. Di fronte a queste parole si staglia forte la pochezza di un sindaco che non rivendica in alcun modo l’appartenenza del suo popolo a una grande storia. Tutti sappiamo di essere italiani, ma ritengo che sia doveroso in una ricorrenza così importante alimentare il senso di entusiasmo per l’appartenenza ad  una storia unica e gloriosa risorgimentale prima e partigiana poi. Alimentare l’entusiasmo significa mantenere vivo i ricordo  di uomini che hanno dato la vita e per unirla, perché come Mazzini ritenevano giusto che l’Italia fosse una, che non si fosse più stranieri sulla stessa terra. Significa alimentare l’idea che 150 anni fa si potesse scegliere di morire per un’idea, l’idea di unità, che le scelte di vita erano mosse da idee ed interessi superiori. “Dobbiamo ricordare” ha detto Napolitano” che anche se siamo divisi dalle differenze economiche e sociali, dai nostri problemi quotidiani, abbiamo in comune  l’appartenenza ad un’ unica storia,e questo ci salverà.”  L’idea di appartenere ad un’ unica grande famiglia,ad una bandiera che a Sorrento nel giorno più solenne  non è stata issata, può darci quella necessaria spinta ad emergere e superare le difficoltà che a Sorrento stenta a prendere piede. Concludo con un brano del discorso di Cattaneo sul federalismo: “ Le nostre città sono il centro antico di tutte le comunicazioni di una larga e popolosa provincia; vi fanno capo tutte le strade, tutti i mercati, sono come il cuore nel sistema delle vene”. E’ dai piccoli Comuni che il senso di appartenenza alla nostra Italia deve farsi sentire Ecco perchè risulta così grave l’assenza delle istituzioni cittadini nella promozione delle celebrazioni del 150°anniversario dell’Unità e per tale motivo la questione sarà posta al centro di un’ampia interrogazione urgente nel corso del prossimo consiglio comunale per far in modo che dopo il libro diffuso e doppi il 17 marzo non abbiano più a ripetersi comportamenti del genere”.

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