Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Normal Mailer, l’uomo che si proclamò Messia…Saggio presentato da Raffaele Lauro

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ROMA – Presentando, oggi, presso la Link Campus University di Roma, il saggio biografico di Gwendolyn S. Chabrier su “Norman Mailer – L’uomo che si proclamò Messia“, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha sottolineato come Mailer rappresenti il simbolo, non solo letterario, del nostro tempo, così contraddittorio e tormentato. “La vita e l’opera di Norman Mailer – ha affermato Lauro – sono indissolubilmente legate, come un vulcano in eruzione, la cui lava assume, nel precipitare a valle, percorsi tortuosi ed imprevedibili. Dominare, in una biografia, materia tanto incandescente di passioni e di tormenti, quanto mutevole, rappresenta un’impresa titanica. Infatti, nessuna carriera letteraria è stata, al tempo stesso, così brillante, così varia, così prolifica e così incompresa. Nessuno, ad eccezione di Edgar Allan Poe, in America, è stato, regolarmente e contemporaneamente, così celebrato e così vituperato. L’autrice tratteggia, con grande profondità ed accuratezza, anche psicologica, la scissione, talvolta velata di schizofrenia, che si produce permanentemente in Mailer, tra l’educazione familiare ebraica e la formazione universitaria di tipo anglosassone. Negli anni cinquanta, a Mailer – ha aggiunto Lauro – guardarono molte generazioni, specialmente quella beat che stava emergendo, anche attorno ad altri scrittori come Jack Kerouak, Allen Ginsberg, Gregory Corso, William Burroughs. E così Mailer iniziò a guadagnarsi la fama di scrittore antiestablishment. Mailer fu uno scrittore di successo, perfettamente integrato, e, insieme, ribelle e scandaloso. Eccessivo in tutto, avocò a sé il ruolo dello scrittore che oltrepassa i limiti ed infrange le regole imposte dalla comunità. L’importanza di Mailer come romanziere – ha concluso Lauro – consiste nel non essersi limitato a scrivere con la testa e con le parole, ma usando tutto ciò che fremeva al di sotto della sua carne, traducendo, in parole, il rumore organico di una vita perpetuamente travagliata e condizionata dalla viscerale presenza della morte.”

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