Rosario Fiorentino: “Sui cisternoni romani urge la risposta dell’Amministrazione”
SORRENTO – Una raffica di interrogazioni sono state presentate dal consigliere di minoranza e presidente della commisione consiliare trasparenza Rosario Fiorentino al Sindaco e agli Assessori sollecitando risposte e riscontri documentali a iniziative che non hanno mancato di suscitare polemiche e a polarizzare l’attenzione della pubblica opinione per la loro rilevanza. Partiamo dalla questione della revoca dell’incarico legale all’avv. Scarpati da parte della Giunta sulla vicenda delle azioni legali intraprese su presunti abusi realizzati sui cisternoni romani. Scrive Fiorentino: “Si ritiene opportuno segnalare al Comune di Sorrento, in persona del Sindaco, all’Ufficio ed all’Assessorato ed a tutte le competenti Autorità , la seguente grave situazione relativa all’area archeologica definita “Cisternoni romani” in Sorrento. Con Delibera della Giunta Municipale di Sorrento, n. 172 del 5 novembre 2010, con all’oggetto: “Cisternoni Romani – Revoca mandato – Atto di indirizzo” nonché con Determina Dirigenziale del I° Dipartimento n. 1.517 del 16 novembre 2010, avente ad oggetto “Revoca incarichi legali avv. Alberto Scarpati”, entrambe affisse all’Albo Pretorio Comunale e pubblicate sul sito web ufficiale, il Comune di Sorrento ha proceduto a revocare l’incarico professionale all’avvocato Alberto Scarpati, al quale era stato attribuito, giusta Determina n. 1268 del 29/09/2008, mandato per compiere tutti gli accertamenti al fine di esperire le conseguenti azioni giudiziarie per la tutela di detto complesso archeologico, (vedi al riguardo nota di sollecito del Sindaco 26/02/2009 prot. n. 7417. Nel corso dell’espletamento dell’incarico, l’avvocato Scarpati ha svolto un lavoro che, secondo quanto riportato da notizie di stampa nonché dagli addetti ai lavori, era parso del tutto soddisfacente ed aveva portato all’accertamento dell’edificazione, da parte di molti privati confinanti, su area demaniale archeologica e sottoposta a vincolo storico artistico, talvolta anche in totale assenza di titoli edilizi. In effetti da una lettura dei citati atti amministrativi si evince chiaramente che alla base dell’atto di revoca non è dato sapere se taluni amministratori avevano il dovere di non partecipare alla seduta di Giunta Municipale non vi è alcun congrua motivazione e stranamente viene dichiarato che tale atto non comporta impegno di spesa. L’ultimo aggiornamento di detta vicenda, secondo quanto si apprende dalla stampa locale e dall’articolo pubblicato in data 16 novembre 2010 sul portale informativo web “Positano news”, è la richiesta da parte del Comune di Sorrento, in persona appunto del legale Scarpati, di risarcimento danni per circa 10 milioni di euro ad un privato titolare di fabbricati indebitamente edificati, abusivamente, su suolo pubblico demaniale. Appare quantomeno inusuale la velocità e tempestività con la quale l’Ente Comunale ha proceduto alla revoca dell’incarico, proprio nel momento in cui lo stesso legale iniziava a trarre le conclusioni dell’intera vicenda e tradurre in atti giudiziari tutta l’ingente attività preliminare di accertamento.
Tanto premesso, considerato, l’importanza della scelta politica da parte del Comune di Sorrento in merito alla tutela di detto prezioso patrimonio archeologico per preservarlo e porre fine ad attività edilizie di tipo speculativo, ed a precisi interessi di privati, tali da renderlo irrimediabilmente inutilizzabile per i nostri concittadini, Dando altresì atto dell’interrogazione indirizzata ( al Sindaco di Sorrento Avv. Giuseppe Cuomo, al Dirigente del I° Dipartimento dott. Donato Sarno,al Ragioniere Capo Dott. Giovanni D’Amora, al Presidente del Consiglio Comunale Sig. Mario Acampora ) e riportata nell’oggetto della presente ,datata 08 luglio 2010 e depositata al Comune che qui di seguito si trascrive il testo:
“ Oggetto: Cisternoni romani – contrasto a fenomeni di abusivismo, avvio del giudizio, progetto di riqualificazione e valorizzazione.
Premesso
Che lo scrivente, Rosario Fiorentino, nell’ultimo consiglio comunale ha interrogato il Sindaco Giuseppe Cuomo sullo stato attuale e sulla funzionalità della passeggiata archeologica ai Cisternoni romani degli Spasiano, opera di ingegneria civile di epoca romana di inestimabile valore. Il Sindaco ha dichiarato che allo stato attuale non risulta esistere alcun fascicolo relativo ad alcuna passeggiata né ad interventi di valorizzazione di tale sito, e che tutte le chiacchiere esistenti non sono che avanzi di vaghe proposte. Di fronte all’evidente disinteresse che trapela da questa posizione si profila netto il contrasto con l’operato dell’Amministrazione uscente che pur se ha avuto limiti e tanti difetti,ha avuto sempre una profonda considerazione e una desta attenzione per la valorizzazione dei beni culturali, del patrimonio storico che Sorrento ha avuto la fortuna di detenere. Tale attenzione, che risulta in qualche modo quale imperativo morale per una città dalla storia così antica come quella di Sorrento, ha portato all’allestimento e alla creazione di percorsi didattico/ambientali presso il sito della Regina Giovanna, ha portato oggi all’inaugurazione della passeggiata archeologica sulle Antiche mura. Nell’ottica di una continuità con l’impegno di valorizzare l’inestimabile patrimonio storico, la Commissione trasparenza ha avviato una formale istruttoria per ricostruire le controverse vicende che hanno interessato i Cisternoni romani ed a tal proposito il prossimo 14 luglio è stata disposta l’audizione dell’avvocato Alberto Scarpati.
La storia
In pochi sono a conoscenza del fatto che Sorrento, oltre che possedere un patrimonio di bellezze paesaggistiche inestimabile, detiene anche alcuni siti archeologici di estrema rilevanza. Non si fa esclusivo riferimento alla Villa romana in località Capo di Sorrento, né ai resti degli antichi bastioni della città, né ai tanti resti di epoca romana emersi durante i numerosi lavori di riqualificazione del territorio: si fa riferimento agli antichi Cisternoni romani detti “degli Spasiano”, opera di antica ingegneria civile con ben oltre 2000 anni di storia. Proprio nel cuore della nostra città, in Corso Italia, sorge , sotto il livello della strada ,l’opera che per oltre 2000 anni ha condotto l’acqua all’intera città. Una descrizione dettagliata della struttura e del funzionamento dei cisternoni proviene da una serie di rilevamenti effettuati quasi trenta anni fa, dai giovani del “Progetto 285” commissionato dall’ass.to ai Beni culturali del Comune di Sorrento, quale intervento per l’impegno dei giovani, oggi funzionari dello stesso ente, volto alla valorizzazione dei beni culturali del territorio con l’informazione scientifica e la divulgazione anche ai fini didattici. Dopo il 400 a.c. la penisola sorrentina, così come gli altri centri campani, subì una profonda trasformazione politica ed economica. La città di Sorrento raggiunse un importante sviluppo in questo periodo e assunse un deciso carattere residenziale divenendo rinomato luogo di villeggiatura, cosa che comportò il sorgere di numerose ville. E’ dunque a questo periodo che risale la costruzione in penisola della maggior parte degli acquedotti e cisterne sia pubbliche che private. I cisternoni detti “degli Spasiano” erano in numero totale di 27, divisi in alti e bassi e contenevano l’acqua sufficiente al bisogno della popolazione locale e degli opulenti patrizi. Dopo la caduta dell’impero romano essi rimasero in disuso e solo nel 1332 l’università sorrentina eseguiva lavori di ristrutturazione alle conduttore e alle cisterne di distribuzione. Nel XIX secolo i cisternoni non cessarono di destare l’interesse e la curiosità dei patrii scrittori e per gli archeologi, già allora, costituirono il monumento più importante che l’antichità avesse lasciato in territorio sorrentino. Una descrizione accurata del sito ci proviene dalla perizia commissionata all’ing. Gianbattista Liguori nel 1894: essi si dividono in cisternoni bassi ( detti degli Spasiano, in funzione pochi anni fa) e cisternoni alti a cui era possibile accedere dall’antica proprietà del principe Stragazzi. E’ interessante notare che a seguito della perizia , il Comune di Sorrento deliberò di rendere libere le volte dei cisternoni dai terreni soprastanti e che l’urgentissimo provvedimento venisse prontamente adottato nell’interesse dell’igiene e della pubblica salute del paese…. provvedimento a cui non fu data già allora alcuna esecuzione. Nel primo dopoguerra le cisterne romane sono ancora funzionanti anche se sporadicamente: i cisternoni alti per riserve d’acqua potabile nel periodo estivo, quelli bassi per innaffiamento. Nell’ambito della realizzazione dell’acquedotto Castellammare-sorrento si pensò di utilizzare anche i cisternoni degli Spasiano che furono svuotati, puliti e consolidati, tali lavori tuttavia interessarono solo il gruppo dei cisternoni alti facendo sì che ritornassero in funzione con l’erogazione dell’acqua a Marina grande e Marina piccola, fino a pochi anni fa. I Cisternoni bassi invece non furono interessati da alcun lavoro di ristrutturazione rimanendo di conseguenza in totale stato di abbandono, stato in cui versano tutt’ora. I più interessanti brani dell’accertamento realizzato nel lontano 1981 è quello relativo alla reale estensione dei cisternoni bassi di cui è rilevata, già a suo tempo, una forte erosione ad opera di privati. Il quaderno del progetto 285 recita testualmente “Al termine del cunicolo si apre una porta che dà in un esercizio commerciale (…)…il cui accesso principale è da piazza Tasso; parte di questo vano nei pressi della porta è stato adibito a ripostigli privato. Il lato del cunicolo parallelo al Corso Italia è lungo circa metri 34,00: la prima parte 21,00 metri ed ha una larghezza di 0,60 (…) Di fronte al muro… si aprono tre vani in corrispondenza di altrettanti esercizi commerciali (…). Questo particolare conferma che originariamente l’intero impianto si estendesse con 5 vani in direzione Corso Italia (….). A protezione del secondo vano vi è una rete metallica, attraverso la quale è possibile intravedere un retrobottega modernamente ristrutturato utilizzato dall’ eercizio. commerciale “…”. In fondo, il questo ad una distanza di circa metri 2,50 si scorge una porta che mena all’interno del negozio. Il pavimento del retrobottega è stato recentemente installato con uso di maioliche….La nostra indagine si è dovuta fermare qui davanti alle opposizioni legali della confinante proprietà privata anche se non è difficile capire che le rimanenti concamerazioni si celano dietro le porte, le reti metalliche e le piastrelle maiolicate.”
Il fatto – la questione legale – la trasparenza – l’imparzialità degli atti della Pubblica Amministrazione, l’omertà e i progetti che non esistono più.
Di recente la problematica dei cisternoni è tornata alla ribalta delineandosi l’evidenza del fatto che numerose sono state le appropriazioni indebite di spazi e suoli a danni del Comune a opera di proprietà private confinanti. E segno di ciò il fatto che l’unico modo per accedere ai cisternoni bassi è quello di oltrepassare la proprietà privata. E ancora più fuori luogo e assurdo alla luce di ciò appare l’esercizio protratto negli anni da parte degli esercizi commerciali confinanti di diritti su beni per loro natura indisponibili. Su tale vicenda è intervenuto anche il Ministero per i beni e le attività culturali con una nota del 3/07/09 prot. N. 6486 acclarata al protocollo comunale l’8/07/2009 prot. N. 2588 con cui veniva denunciata “…una situazione di incuria e di grave abuso con rischio di possibili, irrimediabili, incalcolabili danni ai beni archeologici…” . Sempre nella citata nota le cisterne alte e basse sono state dichiarate beni di importante interesse archeologico con nota del 5.09.1981 e successivamente sottoposte a vincolo archeologico con decreto ministeriale del 5/07/1982. Uno degli esempi è l’apposizione di un enorme cancello completamente illegittimo se autorizzato. Risulterebbero altresì depositati, presso l’Ufficio tecnico, supporti audiovisivi relativi allo stato dei luoghi. E proprio l’abusivismo protratto negli anni ha fatto sì che il Comune steso proponesse ricorso per accertamento tecnico preventivo. Tale ricorso, a firma dell’avv. Alberto Scarpati e con la consulenza tecnica del geometra Gennaro Starita, richiama tutta la normativa che sottopone a vincolo tutta l’area dei cisternoni compresa tutta la zona di terreno sovrastante. Dalla perizia allegata al ricorso emerge che relativamente ai cisternoni bassi hanno formato oggetto di occupazione e usurpazione n. 5 ambienti , camere di immissione e decantazione determinandosi palesi variazioni di volumetria. A seguire, l’elenco degli esercizi commerciali che hanno prodotto tali violazioni e il tipo di alterazione perpetrata. Uno degli aspetti più gravi e preoccupanti è che tali usurpazioni hanno causato e continuano a causare infiltrazioni provenienti dalle costruzioni sovrastanti che per il loro eccessivo peso e per i carichi mal distribuiti mettono a serio pericolo di crolli e danneggiamenti le pregevoli volte a botte, deturpate nella bellezza e minate nella stabilità. Essi sono divenuti inoltre ricettacolo di spazzatura, detriti e scorie che causano pericoloso inquinamento delle acque determinando la sospensione dell’utilizzo dello stesso come bacino idrico. Attualmente l’istanza è nelle mani del Presidente del Tribunale dott. Vincenzo Albano, con un fascicolo ricco di rilievi, planimetrie e di nomi illustri, nomi che contano della “Sorrento bene”
Gli interrogativi e le domande che attendono risposte chiarificatrici.
Tenuto conto di tali vicende e della documentazione prodotta, appare opportuno avviare un procedimento finalizzato alla determinazione di un progetto per la riqualificazione della zona dei cisternoni romani, della messa in sicurezza e della valorizzazione dell’inestimabile valore storico-culturale del sito, con l’apertura dello stesso all’ìntera città a cui, in riacquistato splendore, i cisternoni andranno consegnati. Chi governa la città deve fare uno sforzo culturale: Sorrento non ha solo bisogno di grossi investimenti infrastrutturali, di altri milioni di metri cubi di cemento ma ha bisogno che la sua storia non sia cancellata dalle colate di cemento e che, anzi, le sue due anime, la modernità e l’antichità, convivano in un simbolico abbraccio che le arricchisca reciprocamente. Sono stato assessore e vicesindaco dell’amministrazione che ha realizzato il parcheggio Correale e ha valorizzato le Antiche mura. Credo che questa amministrazione debba porsi la priorità di consegnare ai cittadini del domani la testimonianza del suo grande passato, e oggi questo può avvenire anche attraverso la riapertura del varco archeologico di piazza Veniero e attraverso l’allestimento della passeggiata archeologica dei Cisternoni romani, pensando anche di renderla sito turistico-culturale per percorsi didattico-educativi, concerti e allestimenti teatrali come avviene in tutte le più importanti città di cultura e rinomate località turistiche che hanno la fortuna di avere testimonianze storiche sul territorio. Non devono esserci vincoli politici, di appartenenza o di affari che possano fermare la verità dei fatti e impedire che sia ridato splendore all’opera dell’antica Roma.
Tutto ciò premesso
Chiede di conoscere
– Qual è la volontà politica in ordine ai fatti sopra esposti;
– Quale progetto intende promuovere l’assessorato all’Urbanistica e quali i tempi e la priorità nell’ambito del programma di mandato;
– Se l’Amministrazione intende riesaminare il programma delle opere pubbliche dando risalto al progetto dei cisternoni romani;
– Se intende, dopo le risultanze dell’accertamento tecnico/preventivo, estendere l’incarico all’avv. Alberto Scarpati atteso il buon lavoro eseguito così come del resto è stato espresso dallo stesso Dirigente del Dipartimento;
– Se intende far piena luce sulle proprietà che sono state trasferite a privati, pure se pubbliche, sul relativo uso distorto del patrimonio comunale;
– Se intende fare chiarezza sulla vicenda e più complessivamente sugli intendimenti reali ella volontà dell’amministrazione comunale.
Attende V/sollecito interessamento. Si riserva ogni ulteriore azione di sindacato ispettivo e di controllo e l’occasione è gradita per porgere Cordiali saluti Lì, 8/07/2010”
Visti gli articoli apparsi sul quotidiano “Metropolis” del 11.07.2010 e del 19.11.2010 e del settimanale “Agorà” del 20.11.2010, che qui si allegano perché siano parte integrante della presente interrogazione.
Visto altresì i cinque mesi trascorsi dalla prima interrogazione senza ricevere alcun riscontro nemmeno scritto ..
Ravvisata l’urgenza di intervenire per proporre e promuovere iniziative per la bassa stagione turistica e per la valorizzazione dei beni storici ed archeologici presenti sul territorio precisa quanto segue..
Il Comune di Sorrento in sinergia con la Regione , le Province, la fondazione Sorrento, la fondazione Ravello e gli altri stakeholders del “Patto per lo Sviluppo di Sorrento“ l’Amministrazione proporrà un piano integrato di alta qualità indirizzato al turismo culturale, turismo sociale e turismo enogastronomico per la bassa stagione turistica, facendo tesoro delle importanti risorse esistenti nel territorio, delle esperienze consolidate come “Sirena d’Oro”,”Sorrento Jazz” e le “Giornate Gastronomiche Sorrentine” e sperimentazioni ed idee progetto come ART FIRST –SPRING FIRST ( la primavera arriva prima con l’arte ). Sulla base di queste ed altre prospettazioni di qualità cui vi è cenno di seguito, immaginiamo, per esempio, di poter assumere accordi in primo luogo con le Smithsonian Institution e Smithsonian Journeys per far diventare la nostra area una destinazione frequente di featured Journeys per il turista americano target fascia medio alta, così come di altri segmenti di mercato .
Punti di forza di questo progetto potranno essere sicuramente :
le opportunità per la città derivanti dalla rete dei beni archeologici ed culturali del territorio per i quali occorrerà portare a termine rapidamente alcuni interventi e riprendere alcune idee progetto che daranno impulso propulsivo ed appeal alla destinazione :
ü Il completamento del progetto di restauro delle Antiche Mura giunto ad uno stato di avanzamento progredito, da affiancare al progetto di risanamento idrogeologico ambientale dell’intero Vallone dei Mulini, da Marina Piccola a fuori la Porta di Parsano fino alla cinta delle antiche Mura e verso Cesarano. Tale intervento prevede il risanamento dei costoni tufacei, la pulizia dell’alveo, il ripristino del corso d’acqua, il restauro delle preesistenze archeologiche. L’idea guida è dettata dalla volontà di recuperare un sito di notevole pregio ambientale, restituendolo alla città nella sua veste originaria.
ü Parco naturale archeologico della Regina Giovanna, valorizzando l’ingente investimento del Comune verso un luogo unico.
ü Riqualificazione di Villa Fiorentino e sistemazione del giardino e delle strutture annesse.
ü Riqualificazione dell’Agruminato di Corso Italia, del Parco Ibsen, delle altre aree verdi pubbliche, compreso l’area delle Tore. In tutti questi siti dovrà essere percepibile la condizione di trovarsi in un posto speciale, pubblico, ben preservato, fruibile, con nessuno spazio al degrado ed alla trascuratezza.
ü Il consolidamento e Restauro dei Ninfei e delle Peschiere della Villa di Agrippa Postumo (I sec D.C.), sottoposte al costone tufaceo tra la Marina Grande e la Marina Piccola di Sorrento, luogo di piacere e delizie dell’antichità romana a Sorrento. Passeggiate a mare e vera piscicoltura nelle vasche cavate nel tufo ( a cura dei pescatori delle due Marine ), rivivendo quella romanità che – al pari nostro – apprezzava gli ozii e le prelibatezze del mare.
ü Restauro del Complesso di Cisterne Romane degli Spasiano ( I sec A.C. ), poste a ridosso della piazza principale della Cittadina turistica, in prossimità di giardini ed aree comunali, costituendo così un piccolo parco archeologico nel centro urbano – Recupero e Riuso innovativo del complesso ( oltre 1000 Mq. ), nel rispetto delle caratteristiche del manufatto, pregevole esempio della dell’Ingegneria Idraulica Romana.
ü Consolidamento e Restauro del Fortino S. Antonio alla Marina Piccola di Sorrento, bastione della difesa cittadina dalle invasione saracene provenienti da mare – Recupero degli spalti come terrazza a mare, nel pieno rispetto delle caratteristiche del manufatto.
ü Valorizzazione del ruolo della Riserva Marina Protetta Punta Campanella in previsione di itinerari sulla storia geologica del territorio e dei fondi marini ed accattivanti attività eco-compatibili.
Sarà necessario attuare interventi di restauro e di eliminazione di superfetazioni nel centro storico della città e di manutenzione al Chiostro di San Francesco ed ad altri beni culturali del territorio che denotano una situazione di deterioramento pericoloso.
Il progetto integrato “bassa stagione” includerà eventi artistici, culturali, tradizioni, folclore, seminari, mostre, workshop, i Musei, l’enogastronomia di eccellenza, i caffè di eccellenza, le strade del gusto, dei sapori e dei prodotti locali tipici, i servizi di accoglienza di eccellenza, il commercio e l’artigianato di qualità.
Tutto ciò premesso e considerato per quanto di rispettiva competenza e dovere di ufficio, interroga per
1) conoscere le motivazioni tecniche a supporto delle quali è stata assunta la decisione di revocare l’incarico all’Avv. Scarpati;
2) specificare, se è stato conferito incarico ad un altro legale, ed, in caso affermativo, indicarne le generalità, auspicando che lo stesso abbia ufficio in penisola sorrentina e conoscenza dei luoghi e dell’intera vicenda;
3) esplicitare la politica che il Comune di Sorrento intende adottare in merito alla valorizzazione di detta area archeologica ed alla volontà di tutelare un bene pubblico da qualsiasi intento edilizio speculativo e di interessi privati, evitando che l’intera vicenda resti bloccata per anni.
4) integrare le linee di indirizzo espresse dall’Assessore Avv. Gaetano Milano per la destagionalizzazione della nostra città inserendo le proposte sopra riportate.
La presente viene trasmessa anche alla Direzione Generale per i beni Archeologici al fine di informare lo scrivente in ordine a quanto viene riportato nella nota a firma del Direttore Generale prot. n. 6486 del 3/07/2009 acclarata al protocollo Comunale n. 25188 del 8/07/2009 dal seguente tenore: “Considerato che dalla lettura del ricorso emerge una situazione di incuria e vengono segnalati gravi abusi con rischio di possibile irrimediabili e incalcolabile danno ai beni archeologici, si invita la Soprintendenza ad effettuare gli opportuni accertamenti e ad adottare i provvedimenti ritenuti più idonei per garantire l’integrità dei beni sottoposti a tutela archeologica, denunciando l’Autorità competente eventuali violazioni riscontrate”. Si riserva ogni ulteriore azione di sindacato ispettivo e di controllo e l’occasione è gradita per porgere. (cons. Rosario Fiorentino)