Lotta alla “ludopatia”. Orlando, siamo in prima linea, anche minori nelle sale giochi
Parte da Sant’Agnello la lotta alla “ludopatia“, la malattia del secolo che coinvolge giovani e adulti, uomini e donne, e che si è trasformata in una vera e propria piaga sociale. Il Sindaco Gianmichele Orlando evidenzia come “il problema è molto più grave di quello che appare perché oggi sempre più famiglie fanno i conti con questa febbre da gioco che ne distrugge oltre al patrimonio la stessa identità familiare se consideriamo che il fenomeno coinvolge padri e madri oltre che figli. Domenica mattina, a seguito di segnalazione giunta al nostro comando di polizia, è stato effettuato un controllo presso una sala giochi dove i Vigili hanno rinvenuto, ad ora di pranzo, addirittura sei minori d’età, in dispregio della legge e anche di un senso morale e civile che dovrebbe indurre i titolari di questi esercizi a vigilare su chi frequenta queste sale e non pensare soltanto a incassare decine di migliaia di euro ogni settimana. Anche nel business – spiega Orlando – ci dev’essere un’etica altrimenti è l’intera società che paga prezzi salatissimi per questo modo di far affari. E’ immorale e ogni giorno mi vengono segnalate situazioni familiari drammatiche, crisi che compromettono l’unità stesso del nucleo familiare e che possono sfociare in veri e propri drammi, alimentare il circolo dell’usura che, famelico, è pronto a sovvenzionare questi malati del gioco e a distruggerli. Per questo stiamo studiando un dispositivo che regolamenti gli orari di apertura e chiusura di questi sale per cercare di arginare un fenomeno la cui gravità è sottovalutata. Faccio anzi appello anche agli altri sindaci della Penisola Sorrentina, che sono altrettanto sensibili su questo tema, affinché lo affrontino e magari si adotti tutti insieme una regolamentazione che possa salvaguardare gli interessi delle nostre famiglie“. Il business del gioco riguarda non solo il classico lotto, ma sempre di più il settore delle scommesse, le corse dei cavalli, i gratta e vinci e biglietti della lotteria, senza parlare dei videopoker e delle slot machine che hanno creato nuove dipendenze psicologiche e una vera e propria ossessione del gioco. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità il fenomeno è in netta crescita nel nostro Paese con il 3% della popolazione considerato a rischio. Si parla perciò di “ludopatia“, cioè di una vera e propria patologia determinata da diversi fattori come la predisposizione al gioco d’azzardo, la sensazione di poter vincere facilmente o il bisogno di soldi. Una delusione amorosa, frustrazioni professionali, disagio e malesseri a livello psicologico: basta un momento no per cadere in trappola, soprattutto se in famiglia e tra gli amici si vive a pane e gioco. Quali sono le categorie più a rischio? Gli uomini manifestano una propensione maggiore rispetto al gentil sesso prediligendo ippica, scommesse e slot machine. Le donne invece preferiscono Bingo e Lotto. Come si può definire il “ludopata tipo”? E’un signore di mezza età, di estrazione medio-bassa, ma la patologia sta iniziando a colpire anche i più giovani, a causa della facilità con la quale, ormai, si può avere accesso al gioco. A livello psicologico si assiste al repentino passaggio da euforia a depressione, oltre ad un atteggiamento ossessivo e di bisogno quasi fisiologico di giocare. Una vera e propria dipendenza, del tutto simile per sintomi e caratteristiche a quella da sostanze stupefacenti che se sottovalutata può peggiorare e compromettere seriamente salute e qualità della vita. “Se la droga costituisce un problema molto serio e lo dimostrano anche i fatti recenti frutto dell’importante azione di repressione svolta dalle forze di polizia – spiega Orlando – il problema del gioco lo è altrettanto perché avvicina queste persone anche ad ambienti poco puliti se non addirittura pericolosi pur di continuare a giocare e credo che non è possibile legalizzare questo sistema di autodistruzione personale e familiare restando indifferenti. Se non alziamo un argine, presto anche la Costiera si troverà a fare i conti con un’escalation della microcriminalità legata proprio a questo problema perché quando si tratta di doversi procurar soldi, come avviene per la droga, non si guarda in faccia a nessuno e io sono molto preoccupato e credo perciò che anche questo sia un dovere cui debbono assolvere sindaci e amministratori coscienti e animati da senso di responsabilità nell’interesse delle proprie comunità“.